Il gruppo SiAmo Vercelli contesta l’operato di Michele Gaietta (Pd), presidente dell’assemblea cittadina, sulla convocazione della seduta di bilancio: «anziché comportarsi come una figura di garanzia favorice il suo partito».
VERCELLI. I capigruppo del Consiglio comunale si sono riuniti ieri, venerdì 3 marzo, convocati dal presidente Michele Gaietta (Pd), per fissare le date delle prossime riunioni dell’assemblea cittadina.
La seduta straordinaria chiesta da tutti i consiglieri di minoranza per discutere la mozione sulle piscine si terrà lunedì 13 marzo alle 18.30.
Contrasti, invece, sulla data della seduta con all’ordine del giorno il bilancio di previsione, inizialmente prevista per giovedì 30 marzo. «La data del 30 marzo – spiegano i consiglieri del gruppo SiAmo Vercelli – viene da un accordo, sottoscritto da tutte le forze politiche all’insediamento del Consiglio stesso: le assemblee consiliari si tengono l’ultimo giovedì del mese. E’ un accordo intelligente e pulito, che offre a tutti i consiglieri la possibilità di essere presenti, programmando in anticipo gli impegni del lavoro». Ma siccome – sempre secondo i SiAmo – il presidente Gaietta «sa che il 30 marzo la maggioranza non è tale perché non ha i numeri», ha deciso che «il Consiglio si fa quando lo decide lui: quando è sicuro che ci sia il numero legale». A quel punto i consiglieri di minoranza si sono «dichiarati pronti a sottoscrivere l’impegno ad essere presenti il 30, garantendo il funzionamento del Consiglio», ma il presidente Gaietta non ha ritenuto di tornare sulla sua decisione.
«Ieri sera – concludono i SiAmo Vercelli – è caduto con fragore l’ultimo tassello istituzionale, e un Consiglio comunale già sbeffeggiato dal sindaco e dalla Giunta è stato preso in giro dal suo presidente. Non che Michele Gaietta, in più occasioni anche recenti, si fosse distinto per imparzialità, quella richiesta al suo ruolo di garante del funzionamento del Consiglio. Però, pur di parte, non era ancora caduto così in basso. Quando il presidente del Consiglio, eletto anche con i voti dell’opposizione, cessa di garantire tutti i consiglieri e si schiera così volgarmente per il suo partito, significa che si è perso del tutto la misura: il Consiglio comunale diventa inutile, le sue competenze, garantite dalla legge, sono mortificate. La violazione ad opera di Gaietta si aggiunge alla lista delle prevaricazioni e dei continui soprusi subiti dal Consiglio comunale a cura di questa Amministrazione. Se possibile, però, la situazione si fa ancora più grave perché tocca una figura di garanzia e mette in crisi la fiducia stessa in tale figura».
[nella foto: i banchi della minoranza in Consiglio; a destra il sindaco Forte e il presidente Gaietta]
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