Trino. (s.b.) Trino è uno dei cinque Comuni in cui partirà a breve la sperimentazione del CoVeVar relativa alla tariffazione puntuale dei rifiuti. Insieme a quelli di Fontanetto Po, San Germano, Tronzano e di un popoloso quartiere di Vercelli, circa 10 mila abitanti, gli utenti trinesi vedranno conteggiate le levate dei contenitori dell’indifferenziata e probabilmente anche dell’organico. Calcolando che questi vengano esposti pieni, come richiesto dal buon utilizzo, sapendo quanto possono contenere ed il numero dei passaggi per ciascun utente si potrà conteggiare quanti rifiuti ha effettivamente smaltito attraverso il Consorzio. Si passerebbe quindi da un calcolo a mq e persone al computo puntuale, quindi potrebbe pagare, teoricamente, solo per la parte di servizio che ha usufruito.
«Fin da subito abbiamo voluto affrontare il problema della gestione dei rifiuti – spiega il sindaco Alessandro Portinaro – abbiamo anche chiesto la collaborazione della cooperativa Erica per vagliare una serie di aspetti; l’obiettivo a medio termine era ridurre i rifiuti e aumentare la differenziata. Uno strumento è la tariffazione puntuale, che deve avvenire con la collaborazione del CoVe- Var».
Non è uno strumento innovativo, «era già presente nel capitolato d’appalto ma non era mai stata attivata, le aziende dell’Ati avevano preferito pagare una penale che attuarla; le tre imprese operano con organizzazioni e su Comuni diversi, non sono tutte nelle medesime condizioni». Il Consiglio di amministrazione, in cui Trino è presente, si riunirà a breve per definire le modalità della sperimentazione a cui dovrebbe seguire la messa a regime nel 2015. Sul possibile riflesso in bolletta il sindaco appare cauto, «si possono immaginare risparmi con meno rifiuti e più differenziata, il piano finanziario si ridurrebbe di circa 50 mila euro all’anno, non è molto sul costo di un milione di euro, però sarebbe distribuito sull’utenza». Questo passaggio potrebbe verificarsi nel 2015, per il 2014 è già stato stimato un leggero aumento nel piano finanziario, decisamente inferiore a quelli degli anni passati, circa l’1%. L’altro aspetto da prendere il considerazione è il funzionamento della Tari, «magari qualcuno risparmia e qualcuno ha un aumento».
«Stiamo tentando di gestire i passaggi nel miglior modo possibile, i risultati saranno migliori quando saranno in campo anche tutti i piccoli progetti correlati, la casetta dell’acqua (quindi meno plastica), acquistare prodotti con imballaggi meno inquinanti, ecc.»: quindi non coinvolgendo nell’operazione solo l’Amministrazione ma «la città intera».
Gli amministratori stanno anche valutando possibili soluzioni per un altro problema: il Cerd, il centro di smaltimento dei rifiuti. Quello attuale è sottodimensionato, anche perché dovrebbe servire per i Comuni del territorio ed essere punto di riciclo dei materiali conferiti. «Cerchiamo un’area da permutare, evitando così nuove acquisizioni, il Consorzio ci ha dato una quota ma non basta. Un primissimo studio di fattibilità indica la somma necessaria in 380 mila euro, con la permuta a costo zero resterebbe da finanziare la spesa per la struttura; il CoVeVar stanzierebbe 300 mila euro, il resto sarebbe a carico del Comune».
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