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SANTHIÀ: il Comune rischia il dissesto

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SANTHIÀ: il Comune rischia il dissesto
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SANTHIÀ. (r.s.) A causa dei debiti delle partecipate “Servizi Locali” e “Sviluppo”. L’assessore al bilancio: l’alternativa potrebbe essere il fallimento di una delle due società.

Grossi problemi economici al Comune di Santhià, “eredità” delle passate gestioni. Problemi che gli addetti ai lavori già conoscevano, ma che sono emersi in tutta la loro gravità nella seduta di Consiglio comunale di sabato 30 novembre. L’assessore al bilancio Agatino Manuella ha aggiornato i presenti sullo stato di salute della Servizi Pubblici Città di Santhià e della Sviluppo Santhià srl.

Al 27 novembre 2013 la posizione debitoria della Servizi Pubblici Città di Santhià risultava di 677 mila euro. Per la parte di attivo, 77mila euro dati da Anteo per la rimanenza di magazzino della farmacia e quota riparto spese Cisas di 80 mila euro. Ha detto Manuella: «Quindi la quota che deve ancora essere versata per onorare i debiti della Servizi Pubblici Città di Santhià è di 520 mila euro, che il Comune dovrà saldare entro il 2015.

Il piano di rientro che ho messo a punto e che proporremo ai fornitori è finanziariamente, seppur con molto sacrificio, sostenibile dal bilancio comunale; ma va rilevato che tutta l’attività della nostra Amministrazione è e sarà pesantemente influenzata da questa situazione fallimentare ». Quanto alla situazione della Sviluppo srl: «Abbiamo due decreti ingiuntivi immediatamente esecutivi, per un totale, fra interessi e capitali di 790 mila euro, un debito verso Cariparma per 700 mila euro e uno verso la Regione per 3 milioni e 500 mila euro.

E’ vero che dobbiamo incassare 170 mila euro di credito Iva e 220 mila dalla Regione, ma non nel breve periodo, mentre i creditori vogliono essere saldati subito. Nella Sviluppo la situazione è molto più esplosiva della Servizi, perché la scelta potrebbe essere tra far fallire la società e mandare in dissesto il Comune. Attualmente ci stiamo muovendo in diverse direzioni per scongiurare sia il fallimento che il dissesto, ma se non si riesce a vendere, anche a prezzi ribassati, siamo obbligati a chiedere i soldi ai cittadini per le scelte rivelatesi sbagliate e inopportune della precedente Amministrazione»…

Maggiori informazioni alla pagina 17 de la Gazzetta.

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