SALUGGIA. (u.l.) In Consiglio due provvedimenti promossi dalle aziende del comprensorio industriale.
Approvate la Variante al piano Regolatore e l’istanza alla Regione sullo stralcio dalle “aree contigue”.
Per calcolo o per caso, nella seduta di Consiglio del 12 dicembre sono arrivati contemporaneamente in aula due provvedimenti sollecitati – in tempi e con modalità diverse – da aziende del comprensorio industriale che sta nel triangolo tra la Dora Baltea, il Canale Farini e il Canale Cavour.
Il primo è la Variante strutturale di adeguamento del Piano regolatore al Pai (Piano per l’assetto idrogeologico) 2008: adeguamento sollecitato – e finanziato – da GiPharma, che ritiene così di eliminare alcuni vincoli per l’ampliamento delle proprie strutture. Una Variante che a rigore avrebbe potuto far parte di quella più generale a cui l’architetto Toselli e il suo studio stanno lavorando da anni, ma che è stata anticipata su pressione dell’azienda. L’iter non è stato rapidissimo, anche perché la Regione ha preteso che la Variante non fosse ad aziendam - e quindi limitata al solo lotto che interessa a GiPharma – come inizialmente era stata pensata, bensì estesa all’intero tratto fluviale del territorio comunale. In più, la Variante – che doveva essere di “mero adeguamento” al Pai 2008 – prevede anche la modifica della scheda di prescrizione normativa Sue 15 (che non ha nulla a che vedere con il comprensorio Sorin: è quella dell’area nucleare Enea-Sogin) inserendo surrettiziamente una norma del 2013.
La discussione ha seguito il solito schema: a fronte della richiesta della consigliera Paola Olivero che, chiedendo di esaminare le singole osservazioni presentate, voleva entrare nel merito del provvedimento, l’assessore Libero Farinelli ha dettato la linea della maggioranza: «votiamo la delibera così com’è stata presentata » e «siccome io non ho una grossa competenza in materia, e paghiamo un professionista per questo, ci fidiamo e la approviamo così». E pensare che c’è stato un tempo, neppure troppo lontano, in cui in Consiglio comunale a Saluggia c’erano almeno cinque-sei persone che capivano di urbanistica, e i Piani regolatori e le loro Varianti si discutevano. Ora, ammettendo la propria incompetenza, si alza la mano e basta. Che tristezza.
Avanti. Il punto successivo era la proposta del Comune alla Regione di stralciare il comprensorio industriale dalle “aree contigue della fascia fluviale del Po”: altro provvedimento – stavolta chiesto da Confindustria a nome di più società: Sorin Group, Sorin Site Management, Cid, GiPharma, DiaSorin e Deposito Avogadro – per eliminare vincoli ambiental-urbanistici dal comprensorio. La Olivero è d’accordo sul provvedimento (l’ha sostenuto lei stessa poche settimane fa in Consiglio provinciale) ma chiede di inserire un emendamento sul divieto di realizzazione di strutture ed impianti destinati ad attività inerenti il ciclo del combustibile nucleare. Farinelli la stronca anche stavolta: «con la Regione l’abbiamo concordato così, non cambiamo neanche una virgola ». Quindi: niente discussione, alzare la mano per votare sì e poi a nanna, il Consiglio è ridotto a un’accolita di passacarte che devono solo ratificare. In realtà una modifica la fanno, ma solo perché richiesta dalla Regione: tolgono le quattro righe del documento in cui si spiega che l’istanza arriva da Confindustria. E’ chiaro a tutti che è così, ma è meglio non scriverlo.
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