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Nucleare: il Governo vuole ridurre le “compensazioni” ai Comuni. Portinaro (Anci) non è d’accordo

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Nucleare: il Governo vuole ridurre le “compensazioni” ai Comuni. Portinaro (Anci) non è d’accordo

In discussione alla Commissione Affari Costituzionali del Senato un emendamento al decreto “Milleproroghe” per modificare i criteri di calcolo: arriverebbero meno soldi a Saluggia, Trino (che ospitano le scorie) e Comuni limitrofi.

ROMA. La Commissione Affari Costituzionali del Senato, impegnata nell’esame del cosiddetto “decreto Milleproroghe”, discuterà nelle prossime ore un emendamento – presentato dal Governo – volto a ridurre le “compensazioni” erogata annualmente dal Cipe ai Comuni sedi di impianti e depositi nucleari.
L’Anci – associazione dei Comuni – non è d’accordo. Alessandro Portinaro, esponente del Pd, sindaco di Trino e presidente della Consulta Anci dei Comuni sede di Servitù nucleari, ha dichiarato: «Facciamo appello ai Senatori della commissione Affari costituzionali, affinché sostengano le proposte dell’Anci volte a scongiurare la riduzione delle compensazioni destinate ai Comuni che ospitano i vecchi impianti nucleari. Diversamente, saremo di fronte a una forte perdita di credibilità del progetto relativo al Deposito nazionale delle scorie nucleari».
«L’emendamento per la riduzione delle compensazioni, proposto dal Governo, modifica i criteri di calcolo dei fondi compensativi per Comuni e Province sedi di servitù nucleare (e Comuni confinanti) riducendone l’entità. Si tratta a nostro modo di vedere – spiega Portinaro – di una scelta sbagliata: è un intervento che non trova altra giustificazione se non quella di produrre un danno ai Comuni, dato che la finanza pubblica non trarrebbe alcun vantaggio dalla riduzione delle compensazioni».
«La riduzione delle compensazioni – aggiunge Portinaro – sarebbe piuttosto un pessimo segnale nei confronti di quei territori che continuano ad ospitare gli impianti nucleari a 30 anni dal referendum del 1987, e che dovranno ospitarli per almeno altri 10 o 15 anni: ridurre oggi i fondi disponibili per le compensazioni territoriali comporta il rischio di far perdere credibilità all’intero progetto di realizzazione del Deposito Nazionale delle scorie, visto che di fatto, a oggi, il percorso non è stato neanche avviato».

* * *

Se tagliano i fondi… forse i sindaci si svegliano

Da quando – è ormai un decennio – i Comuni sedi di ex centrali nucleari o di depositi provvisori di materiale radioattivo ricevono le “compensazioni nucleari”, qualcuno ha più avuto notizia di iniziative dei sindaci per sollecitare il percorso di individuazione del sito e realizzazione del Deposito Nazionale per le scorie radioattive? Noi no. Abbiamo solo avuto notizia di sindaci che chiedevano di utilizzare le compensazioni «senza vincoli», o di sindaci di Comuni limitrofi che chiedevano di essere inseriti anch’essi nell’elenco dei beneficiari. In una breve rassegna stampa non troviamo titoli “Portate via le scorie dai siti inidonei”, ma piuttosto “Come usare quei soldi lo vogliamo decidere noi” e “Date le compensazioni anche a noi”.
Se il Governo tagliasse questi fondi, l’iter verso il Deposito Nazionale – che, appena avviato, si è arenato nei cassetti dei Ministeri – anziché «perdere credibilità» (come sostiene Portinaro) probabilmente ripartirebbe: finalmente qualcuno, nei Comuni che in questi anni hanno taciuto in cambio di (tanti) soldi, comincerebbe di nuovo a chiedersi: ma perché queste scorie, dopo tutto questo tempo, devono restare ancora qui? E perché i nuovi depositi vengono costruiti qui?   (u.l.)

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