CIGLIANO. Nel 2010 sotto gli auspici della Fondazione Giolito Mons. Emiliano – chiesa di S. Anna fu pubblicato un libretto dedicato all’antica chiesa ciglianese di Sant’Anna e al suo territorio.
Il piccolo volume include contributi di noti studiosi del territorio vercellese, come l’archivista Alessandra Cesare e lo storico crescentinese Mario Ogliaro, oltre al direttore delle Biblioteche Diocesana e Agnesiana di Vercelli monsignor Mario Capellino. Un rilevante apporto viene anche dalle testimonianze tramandate oralmente, tra cui i ricordi del contemporaneo Romano Castaldo, definito la vera memoria storica del luogo, e a ritroso nel tempo quelli di Angela Bobba Giolito, nonna paterna di mons.
Giolito scomparsa nel 1951, la quale nel 1932 aveva istituito la Compagnia di Sant’Anna sul modello delle confraternite già presenti a Cigliano. È difficile immaginare oggi l’area dell’attuale piazza Alleati – che prese questo nome perché qui giunse il primo contingente delle truppe di liberazione – quando era il “Serbalun”, una zona selvaggia, con sterpaglie, arbusti, acacie e pioppi, dove le donne portavano al pascolo anatre ed oche, il “curdè” lavorava la canapa per farne corde da destinare all’agricoltura e periodicamente sostavano compagnie di militari dirette verso Torino.
Per quanto riguarda la chiesa di Sant’Anna – da non confondere con quella di San Sebastiano, poco distante da piazza Alleati – le notizie storiche sono contenute nelle visite pastorali. Nel 1751 si segnala che un appezzamento di terreno è legato come beneficio alla chiesa di Sant’Anna. La tradizione riportata da Angela Bobba menziona un pilone votivo nei pressi del quale fu costruita nel XVIII secolo l’attuale chiesa. L’analisi della tessitura muraria conferma la datazione documentaria al Settecento. L’interno, ad aula unica, fu prolungato con la costruzione della sacrestia nel secolo scorso. All’interno restano alcuni dipinti originali, di cui uno che rappresenta la pazienza di Giobbe, a cui fanno da sfondo alberi di gelso, in dialetto “murùn”.
Il riferimento è ad una delle fonti dell’economia locale: le foglie di questi alberi infatti erano destinate a nutrire i bachi da seta, l’allevamento dei quali costituì un introito complementare per le famiglie almeno fino a metà Novecento. Oggi la Fondazione Mons. Giolito si occupa di garantire la continuità della comunità che si riconosce nella piccola chiesa e di creare nuove iniziative per parlare al mondo d’oggi. Il suo scopo primario è la promozione della pastorale cristiana della famiglia, attraverso l’attività durante l’anno ed in alcune solennità principali: quella di Sant’Anna, la festa dei nonni e quella della famiglia.
Claudia Carra
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