SANTHIÀ. «Il Trio Bono è nato nel 2010 a Santhià, durante i festeggiamenti del Carnevale, quasi per scherzo», racconta Enrico Furno. «Tra di noi avevamo già collaborato (io e Aldo Valerioti sin dai primi gruppi post-scuole superiori, mentre Stefano Leone è stato il primo batterista dei Battlefi eld), ma mai tutti e tre insieme. Quindi abbiamo deciso di formare un trio che unisse le esperienze di tutti».
Stefano Leone, voce solista e batterista, ha stretto nel tempo collaborazioni importanti con le principali orchestre della zona (tra tutte la Vanna Isaia Band) e gruppi rock, prog e metal del nord Italia (in primis gli Scomunica di Moreno Delsignore). Tra 2010 e 2011 ha studiato alla Collective Drum School di New York e ora vive nella Grande Mela lavorando come musicista.
Enrico Furno, chitarre e voce, è ingegnere elettronico e musicalmente si divide su tre fronti oltre al Trio Bono: accompagna alla chitarra il coro femminile Melody Rock Ensemble, si esibisce nella rock’n’blues band dei River Deep e con il gruppo metal dei Battlelfi eld.
Aldo Valerioti, al basso, è istruttore e personal trainer, attualmente collabora con il gruppo dei Settimo Grado (cover disco ‘70-‘80), i Take Care (cover pop-rock) e OndaBrasil (musica brasiliana).
Il Trio Bono propone un repertorio di cover rock suonato esclusivamente dagli strumenti rock base per eccellenza e cantato a due voci. Le esibizioni si concentrano nei periodi in cui la band è al completo, e ciononostante essa ha già all’attivo alcune buone affermazioni.
Nell’estate 2011 la partecipazione a due concorsi per gruppi emergenti, all’“Ara-men-go!” ad Aramengo d’Asti e al “Kallio Festival” a Villadeati, li ha visti in entrambi i casi al terzo posto. «Alle spalle (giustamente) – commenta il chitarrista – di band che proponevano brani originali, mentre noi abbiamo sempre scelto di suonare cover, se pur con i dovuti riarrangiamenti dettati dalla nostra formazione ridotta. Proprio come premio del concorso di Aramengo abbiamo realizzato un mini-cd contenente il medley di tre brani, inciso presso lo studio The Live Sound di Cavagnolo».
Claudia Carra
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