Durante gli spettacoli de Il Porto nell’area Pisu c’è sempre qualche imbecille che viene a disturbare
L’area dell’ex Ospedale Maggiore, dove fino a pochi anni fa c’era il “parcheggione”, è una delle più belle della città. Un fazzoletto di verde (e quando le piante saranno cresciute sarà ancora meglio) e di tranquillità tra l’Università, il Salone Dugentesco e la nuova sede della Biblioteca Civica. Ci si incontrano studenti, persone con i cani (e i sacchetti, si spera), pensionati, gente varia. Se accompagno qualche ospite non vercellese, mi piace attraversarla insieme entrando dall’ex 18 e poi cogliere lo stupore sul suo viso quando, attraversato il portico, sbuchiamo sulla via proprio di fronte alla facciata del nostro bel Sant’Andrea. Oooh.
Quest’estate, poi, l’associazione culturale Il Porto ha meritoriamente organizzato due serate all’aperto proprio sotto la Manica delle donne: una a metà giugno su “Sogni e sognatori” e una – domenica scorsa, poi slittata a lunedì a causa della pioggia – su Viotti a Parigi. Entrambe delicate ed appassionanti, come Il Porto sa fare.
In entrambe le occasioni è accaduto qualcosa di spiacevole. Non sul piccolo palco, né in platea: dietro gli spettatori, sui quadrati di prato, fra le piante. Mentre Roberto Sbaratto declama Shakespeare, o mentre Luigi Ranghino accarezza il pianoforte, si sentono urla sguaiate o suoni sgraziati. Un gruppetto di ubriachi, una coppia che litiga ad alta voce, uno che arriva in macchina nel parcheggio smarmittando e con la radio al massimo – tunz tunz tunz -, giovinastri (ah, da quanto tempo non usavo questa parola da vecchio brontolone…) che si chiamano da un lato all’altro della piazza. Vedono benissimo che poco più in là è in corso uno spettacolo, e che c’è gente che sta guardando e ascoltando, ma non gliene può fregare di meno.
Qualche spettatore infastidito si alza e va a redarguirli, rischiando di peggiorare la situazione (per sé e per tutti) e beccandosi qualche insulto. Quelli de Il Porto proseguono con la scaletta di letture e musiche, ma resta la sensazione di un momento sublime rovinato da pochi imbecilli.
Morale: l’idea degli spettacoli estivi serali nell’area Pisu (o “delle otto ore”, come pare si chiamerà) è ottima, sarà bene riproporli anche l’estate prossima. E siccome sono patrocinati dal Comune, sarà opportuno che a quelle serate – oltre al sindaco e a qualche assessore – intervengano anche un paio di vigili urbani, e che vengano loro riservate due sedie in fondo alla platea. Potranno così godersi lo spettacolo e, se arrivassero gli imbecilli schiamazzanti, occuparsene direttamente. (u.l.)
[nella foto: l’ex Ospedale Maggiore durante uno spettacolo]
1 Commento
Impossibile non condividere il testo……oltre agli schiamazzi,una occhiata ai numerosi rifiuti gettati a terra è indispensabile.Mi chiedo se le recenti telecamere installate porteranno dei benefici.