Crescentino. (s.b) Mosca: ma il cippato che bruciano arriva dall’Europa dell’est e di bioetanolo prodotto dall’arundo donax non se ne vede.
Sabato 25 gennaio una delegazione di amministratori comunali ha visitato l’impianto Ibp – Beta Renewbles (Mossi & Ghisolfi): era composta dall’assessore Gianni Taverna, che ha organizzato il tour, il vice sindaco Franco Allegranza, i consiglieri di opposizione Gian Maria Mosca e Gaetano Angelone.
«Io ho invitato tutti i consiglieri – chiarisce Taverna – ho chiesto direttamente all’azienda, volevo evitare situazioni come quella verificatasi con il Movimento 5 Stelle, io ci sono sempre andato tranquillamente; mi hanno detto sì, di scegliere una data. Penso che fare questa visita sia giusto, anche per la trasparenza del mio mandato. Abbiamo seguito tutta la trafila della produzione, dall’arrivo della materia prima fino al prodotto finito. Ci hanno accompagnato l’amministratore delegato Stefano Cipparelli e la responsabile ambiente».
Un passaggio obbligato è la stazione di monitoraggio; «sabato la caldaia era ferma per manutenzione, l’abbiamo vista con la telecamera interna». In merito al bioetanolo «sta crescendo la produzione, nonostante i problemi; è stato chiesto se il cippato arriva dall’estero, ci hanno risposto che per ora circa il 10% arriva da fuori, ci sono ancora problemi con la filiera italiana e questo è negativo anche perché in questo modo perdono gli incentivi per la produzione di energia elettrica ». La sua iniziativa non pare fermarsi qui: «era un atto dovuto, l’avevo promesso anche in Consiglio comunale. Adesso mi piacerebbe avviare delle visite con le scuole superiori, ci stiamo già accordando, e che ci fossero delle navette il sabato e la domenica perché la possano vedere anche i cittadini».
Per il consigliere Mosca più d’uno i motivi di riflessione, a partire dal numero, esiguo, di partecipanti a questioni più determinanti e tecniche: «un incontro positivo: ho osservato, chiesto e compreso con acuto interesse. Sono emerse almeno due circostanze fondamentali: la prima è che di bioetanolo prodotto da arundo donax non ne esiste nemmeno un bicchiere. Io avevo detto dal primo istante che non sarebbero stati reperiti i terreni marginali su cui coltivare la arundo donax e non mi sbagliavo. La seconda importante circostanza emersa è che giungono a Crescentino con frequenza convogli ferroviari dall’est Europa – pare dal Montenegro – per l’approvvigionamento di cippato che viene bruciato nel termovalorizzatore. Questa mi pare una seconda anomalia rispetto alle premesse iniziali. Detto ciò, l’impianto mi pare all’avanguardia e non si può escludere che in futuro inizi a funzionare come dichiarato dalla ditta al momento della richiesta di autorizzazione. Come amministratore mi sentirei di valorizzare questa risorsa di lavoro, ovviamente pretendendo il rispetto delle prescrizioni».
Nella foto: Lo stabilimento crescsntinese della Beta Renewables
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