Il Parco del Po ha dichiarato che non c’è la compatibilità urbanistica. Ma la Provincia ha già pubblicato l’autorizzazione ambientale. Riva Vercellotti: o la annulliamo o torniamo in Conferenza dei Servizi.
SALUGGIA. (u.l.) Sono già trascorse due settimane da quando l’Ente Parco del Po, rimangiandosi quanto aveva affermato nell’ottobre 2016 in Conferenza dei Servizi, ha formalmente dichiarato – con determina del 23 febbraio 2017 – che il progetto di costruzione di una centrale idroelettrica sull’isolotto del Ritano “è da ritenere non compatibile rispetto alla normativa di Piano d’Area” del Parco stesso.
Questa “non compatibilità” era già stata segnalata più volte alla Provincia dalle associazioni ambientaliste, con la presentazione di osservazioni motivate, nel corso del procedimento di valutazione del progetto; ciononostante la Provincia, con determina del 1° dicembre 2016 (già pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione), non le aveva prese in considerazione e aveva espresso “giudizio positivo di compatibilità ambientale”.
Contro questa determina (“e ogni altro atto presupposto, conseguente o connesso”) il Comune di Saluggia ha presentato ricorso dinanzi al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche.
Alla fine di febbraio 2017, alla luce del nuovo parere dell’Ente Parco che conferma quanto sempre sostenuto dagli ambientalisti, Legambiente e Pro Natura hanno presentato per ben due volte alla Provincia – e in particolare alla responsabile di procedimento, Caterina Silva – un’istanza di riapertura della Conferenza dei Servizi.
La richiesta è stata sostenuta dalla consigliera provinciale saluggese Paola Olivero, con una mozione discussa nel corso della seduta di Consiglio Provinciale del 24 febbraio. La mozione è stata respinta (favorevole la Olivero, contrari il presidente Riva Vercellotti e la maggioranza, astenuti gli altri tre consiglieri di minoranza), ma nell’occasione Riva Vercellotti ha dichiarato che «da parte degli uffici sussistono tutti gli elementi per procedere o direttamente all’annullamento dell’atto di espressione di parere favorevole di VIA, oppure ritornare in Conferenza dei Servizi e procedere al rigetto dell’istanza, alla luce della nuova espressione emersa dall’Ente di gestione. Si tratta di vedere, con il supporto di un legale, gli atti da assumere».
Ad oggi la responsabile di procedimento non ha ancora deciso né una cosa né l’altra.
In assenza di novità, la determina con il parere favorevole di VIA resta valida, e il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche si accinge ad esaminare il ricorso presentato dal Comune – con un esborso di circa diecimila euro – contro Provincia ed Ente Parco.
[nella foto: un particolare del progetto della centrale]
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