In questi primi giorni di aprile si sono manifestate con tutte le loro peculiarità le contraddizioni e le difficoltà dell’attuale situazione di mercato e, forse, del “sistema riso” in Italia: assenza di programmazione, elevatissima volatilità dei prezzi, disponibilità di alcune varietà insufficienti a coprire il fabbisogno e, dall’altra parte, varietà quasi in esubero a causa di importazioni di riso extracomunitario.
Il Baldo ed il Sant’Andrea sono ormai non quotati alla Borsa Merci di Vercelli poiché le rimanenze presso i magazzini dei produttori sono ormai al 5% circa e mancano ancora cinque mesi al nuovo raccolto.
Arborio/Carnaroli e similari, che fino a pochissime settimane fa erano scambiati a 75/80 euro, oggi valgono 70 euro: ma gli scambi sono ridottissimi, quasi inesistenti e, analizzando la disponibilità di prodotto, è ipotizzabile una ulteriore ripresa delle quotazioni nel momento in cui le riserie incominceranno di nuovo ad approvvigionarsi in questi comparti. Roma ritirato per oltre 10.000 t e rimanenze pari a 3.000 t.
Sostanzialmente stabile la domanda e le quotazioni dei Lunghi A da parboiled/export e dei Tondi. Indica “in prognosi riservata”, ritirata comunque oltre il 56% della produzione.
In totale le rimanenze al primo aprile erano pari a 505.000 tonnellate contro le 637.000 del 2013 e le 640.000 del 2012, quindi oggi le riserie hanno circa 140.000 tonnellate in meno di prodotto rispetto alle ultime due campagne a pari data.
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