Crescentino. (a.bu.) Il delitto dello scorso giugno a Verrua.
Non sembrano esserci più dubbi legati all’omicidio del muratore Francesco Daniele, ucciso lo scorso giugno a colpi di pistola in un bosco a Verrua Savoia. Il Pubblico Ministero Patrizia Gambardella ha chiuso le indagini. L’unico indagato è Paolo Ottino, che aveva litigato con lui in un bar per una vincita della vittima ai videopoker.
Chiari gli esiti dell’incidente probatorio davanti al gip Roberta Vicini: a sparare è stato proprio Ottino. Le tracce di polvere da sparo trovate sull’arma del delitto, infatti, sono le stesse trovate sui suoi abiti. Quella pistola che i militari avevano ritrovato grazie alle indicazioni di un testimone, che aveva spiegato di aver visto Ottino mentre lasciava qualcosa sul ciglio della strada, poco distante dal luogo del delitto. Gli esperti balistici avevano quindi anche spiegato che l’arma trovata tra i rovi nelle vicinanze del luogo del delitto era la stessa che era stata utilizzata per uccidere Francesco Daniele e che le ogive trovate a terra, sulla scena del delitto, erano della stessa arma. Inoltre, sugli indumenti sequestrati a Ottino, che ha sempre negato ogni responsabilità, erano state trovate tracce di polvere da sparo. Il movente del delitto, secondo gli investigatori, era una lite conseguente a una vincita di 300 euro di Daniele ai videopoker, avvenuta poco prima in un bar delle vicinanze. A confermare la lite le immagini delle telecamere interne al bar. Ma i soldi della vincita, rubati alla vittima, non sono mai stati ritrovati: il sospetto degli investigatori è che Ottino li abbia subito rigiocati ai videopoker.
Nella foto: Paolo Ottino.
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