«… ma perché ero simpatizzante, senza ricevere pressioni».
Il luogotenente dei carabinieri Lavarino: dalle intercettazioni emerge che Masoero aveva bisogno di soldi per candidarsi alla Regione.
Vercelli. (r.g.) Sono iniziati nei giorni scorsi gli interrogatori dei testimoni nel processo per i lavori pubblici in Provincia negli anni dell’Amministrazione Masoero. Gli imputati sono due politici, Alberto Cortopassi e Francesco Zanotti, esponenti prima di An poi del Pdl, accusati di concussione in concorso, e cinque funzionari della Provincia di Vercelli – Caterina Silva, Paolo Bello, Marco Acerbo, Marzio Sguotti e Michele Cressano -, che devono rispondere (a vario titolo) di falso materiale, falso ideologico e abuso d’ufficio. Un procedimento che prese le mosse dall’indagine che nel febbraio 2009 portò all’arresto dell’allora presidente della Provincia, Renzo Masoero.
Romano Lavarino, all’epoca luogotenente della polizia giudiziaria dei carabinieri, in aula ha spiegato come nacque l’inchiesta: «Dalle intercettazioni delle telefonate di Masoero era emersa la volontà del presidente della Provincia di candidarsi alle elezioni regionali; da qui la necessità, per lo stesso Masoero, di reperire i fondi per la campagna elettorale. Tra le persone a cui si rivolse c’era Francesco Zanotti: si parlava di chiedere soldi a imprenditori locali “in cambio” della realizzazione di rotatorie stradali». Ecco quindi che i primi documenti che gli inquirenti sequestrarono in Provincia erano relativi a tali opere. «Analizzando quelle pratiche, però, scoprimmo che truccare quelle gare di appalto non era agevole; rivolgemmo allora la nostra attenzione ad altri bandi: la realizzazione della variante di Ghislarengo, la manutenzione sulla provinciale della Valsesia e altri lavori come lo sgombero neve». Sequestrati gli hard disk dei computer di tutti i funzionari del settore lavori pubblici «emersero anomalie relative all’asegnazione dei punteggi, in particolare sospetti scambi di email tra alcuni funzionari ». Due appalti se li aggiudicò la Bertini srl, e gli altri due la Lauro Cantieri Valsesia.
Da qui le accuse ai politici: Zanotti e Cortopassi si sarebbero fatti consegnare dai due imprenditori “vincitori” delle gare – Roberto Bertini, amministratore della Bertini srl, e Paolo Tarditi, amministratore della Lauro – 20 mila euro per la campagna elettorale di Cortopassi e per le cene “politiche” di Zanotti. In aula, Lavarino ha riferito alcune conversazioni telefoniche intercettate.
Interrogato, Bertini ha detto: «Ero simpatizzante di Alleanza Nazionale e quindi, poi, del Pdl. Ho finanziato questi partiti con versamenti nel 2001, 2007 e 2010. E ho anche pagato una cena elettorale. Conosco Alberto Cortopassi da vent’anni, ma da parte sua non ho mai ricevuto pressioni affinché versassi del denaro».
Nella foto: Alberto Cortopassi e Francesco Zanotti.
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