Azienda specializzata nell’importazione, nello stoccaggio e nel commercio di legname semilavorato, accusata di “mendacio bancario”. In pratica i titolari dell’azienda, avvalendosi di “soggetti economici” stranieri, procacciavano liquidità per le aziende amministrate presentando fatture per operazioni inesistenti a vari istituti di credito operanti nella provincia di Vercelli e nelle provincie limitrofe. L’ingegnoso sistema è però finito sotto la lente di ingrandimento dei militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Vercelli, che hanno appena concluso una verifica fiscale. Il trucco consisteva nel simulare importazioni di legname dai Balcani e dal continente africano, con l’interposizione di due soggetti giuridici – uno residente in Ungheria, riconducibile alla società italiana, e uno nel Delaware (Stati Uniti), riconducibile ad altro soggetto italiano compiacente – che fungevano da fornitori. Le fatture di acquisto ricevute dall’azienda italiana, sfruttando una particolare forma di credito concesso alle imprese denominata “anticipo import”, venivano presentate alle banche che, sulla base della falsa documentazione, erogavano l’importo, generalmente quantificabile nella somma indicata in fattura, su conti correnti situati all’estero, ma di fatto riconducibili alla ditta vercellese. La liquidità creata all’estero rientrava in possesso della società italiana attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti appositamente predisposte nei confronti dei medesimi soggetti esteri e, una volta acquisita, reimpiegata in azienda per far fronte alle necessità della stessa. La condotta fraudolenta posta in essere da parte dell’amministratore, in concorso con altre persone, è stata segnalata alla Procura di Vercelli.
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