SALUGGIA L’inchiesta della Procura di Milano sull’Expo porta alla luce anche i rapporti tra alcuni faccendieri e la Sogin.
A fine 2012 l’impresa Maltauro si è aggiudicata i lavori per la realizzazione. I magistrati: Nucci ed Alatri erano i principali referenti interni all’azienda. Tentativi di contatto con la nuova dirigenza per futuri appalti sul sito di Trino.
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Milano. (u.l.) Venerdì 8 maggio, giorno di San Vittore, sette persone sono state arrestate in esecuzione di altrettante ordinanze di custodia cautelare emesse da Fabio Antezza, Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano. I sette arrestati sono Angelo Paris, direttore pianificazione e acquisti di Expo 2015 spa; Luigi Grillo, ex senatore di Forza Italia; Gianstefano Frigerio, ex segretario amministrativo della Dc milanese; Primo Greganti, ex funzionario del Pci-Pds; Antonio Rognoni, ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde; Sergio Cattozzo, ex segretario dell’Udc ligure, ed Enrico Maltauro, imprenditore vicentino. Sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione, turbativa d’asta, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, rivelazione ed utilizzo di segreti d’ufficio. Le attività investigative sono state svolte dalla sezione di polizia giudiziaria, aliquota Guardia di Finanza, di Milano su delega dei sostituti procuratori Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio con il coordinamento del procuratore aggiunto Ilda Boccassini.
Le accuse
Secondo gli inquirenti, gli arrestati avevano costituito una “cupola” per controllare alcune gare d’appalto, condizionare le aggiudicazioni e trarne vantaggi personali. Fra queste, i lavori per l’Expo 2015 di Milano, quelli per la costruzione della “Città della salute” a Sesto San Giovanni e quelli commissionati da Sogin spa, la Società di proprietà pubblica che gestisce impianti e depositi nucleari su tutto il territorio nazionale.
L’appalto per il Cemex
Uno degli appalti “pilotati” da Frigerio e sodali sarebbe, secondo gli inquirenti, quello per la “progettazione esecutiva ed esecuzione lavori di realizzazione dell’impianto di cementazione di soluzioni liquide radioattive (Cemex)” presso il sito Eurex di Saluggia. Il bando di Sogin era stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea nel marzo 2011, e successivamente integrato. A Sogin erano pervenute cinque offerte, e ad aggiudicarsi l’appalto – per 98 milioni di euro di lavori – sono state le imprese Saipem (mandataria) e Maltauro spa (mandante). I magistrati sostengono che, per aver fatto assegnare i lavori alla Maltauro spa, l’imprenditore Enrico Maltauro abbia concordato con Frigerio, Cattozzo e Grillo il pagamento di una tangente da 600 mila euro. “Quanto ai rapporti con l’impresa di costruzioni G. Maltauro spa – si legge nell’ordinanza -, emerge la pattuizione da parte degli associati a partire dal 2012 di versamenti di denaro da parte dell’imprenditore Enrico Maltauro in favore di Frigerio, di Cattozzo e di Luigi Grillo, detto “Gigi”, da corrispondersi con cadenza mensile”.
Paga prima di Natale
Nell’ordinanza del gip è riportata una conversazione tra Frigerio e Cattozzo registrata il 15 ottobre 2012, in cui i due “stilano uno scadenziario dei pagamenti da ricevere da Maltauro per complessivi 600 mila euro. Tale importo deve essere versato da Maltauro con riferimento all’appalto di Saluggia che gli sarà aggiudicato effettivamente due mesi dopo [il 21 dicembre, ndr], così evidenziando gli interlocutori di essere già certi della detta futura aggiudicazione, tanto da determinare anche le modalità esecutive delle dazioni, nonostante i dubbi di Maltauro che ancora teme di non aggiudicarsi l’appalto”. Dalla conversazione emerge inoltre che “la somma di cui innanzi deve essere suddivisa in tre e che Cattozzo ricomprende nella suddivisione pacificamente Frigerio, che riceverà anche contributi in pubblicità sul giornale del figlio. La scadenza del primo pagamento è fissata entro Natale 2012, quantomeno per un importo di 50 mila euro. Tale denaro sarà effettivamente corrisposto da Maltauro e concretamente consegnato in parte a Frigerio, tramite Cattozzo, il 18 dicembre”.
Mire anche su Trino
“Cattozzo e Frigerio – scrivono i magistrati – evidenziano il loro particolare interesse anche con riferimento al sito di Trino Vercellese, in ragione del valore economico dell’appalto pari a 240 milioni di euro, convenendo sul fatto che occorre muoversi immediatamente insieme a Greganti anche per individuare preventivamente la cordata che parteciperà alla gara”.
Un vercellese indagato
Fra gli indagati c’è anche un vercellese: Walter Iacaccia, 44 anni, accusato di associazione per delinquere in concorso e turbativa d’asta. Quando i militari lombardi della guardia di finanza hanno fatto scattare il blitz, sono arrivati anche a Borgo Vercelli dove l’uomo risiede. Iacaccia è un volto conosciuto del mondo del calcio vercellese per aver militato in diverse squadre dilettantistiche. Negli ultimi tempi sono state parecchie le sue apparizioni come ospite in alcune trasmissioni sportive legate al calcio in onda su emittenti private della Lombardia. Per i magistrati milanesi Iacaccia avrebbe avuto funzioni da mediatore, agli ordini di Gianstefano Frigerio, tra imprese e pubblici ufficiali intervenendo sugli imprenditori in particolare nei rapporti con la ditta General Smontaggi in relazione agli appalti indetti da Sogin.
I loro uomini in Sogin
Secondo gli inquirenti, i referenti della “cricca” all’interno di Sogin sarebbero stati principalmente due: l’ex direttore amministrativo Alberto Alatri e l’ex amministratore delegato Giuseppe Nucci. Sono stati accertati, infatti, “contatti reiterati sfociati in collusioni e condizionamenti in favore dei pubblici ufficiali Giuseppe Nucci, amministratore delegato di Sogin spa sino al 19 settembre 2013, e Alberto Alatri, procuratore oltre che responsabile del settore amministrazione, finanze e controllo della detta società, quindi di soggetti rivestenti posizioni apicali e decisionali all’interno della società a totale partecipazione pubblica”.
Uno a te, uno a me e uno a loro
Nell’autunno del 2013 – epoca del Governo Letta – il Ministero dell’Economia e delle Finanze nomina i nuovi vertici di Sogin, e la “cricca” perde i consueti referenti all’interno della Società. Al posto di Nucci, il nuovo amministratore delegato è Riccardo Casale, mentre il nuovo presidente è Giuseppe Zollino. La “cricca”, considerando Casale uomo vicino al Pd, cerca di contattarlo attraverso Greganti. Spiega Cattozzo in una conversazione messa agli atti: «Primo non riesce ad avere il contatto perché Casale scappa continuamente. E’ legato a Letta e non risponde a nessuno. L’unica cosa che potrebbe smuovere Casale all’interno del Pd è un renziano, perché lui cerca coperture anche nel centrodestra. Io pensavo di rimettere in piedi il discorso della direzione generale. Se Gianni Letta dice a suo nipote: “tu hai l’amministratore delegato, Lista Civica ha il presidente, benissimo, adesso io ti dò un nome, che è Alberto Alatri, e tu lo nomini direttore generale, così che anche noi all’interno abbiamo un riferimento”. Perché a quel punto, se abbiamo il direttore generale, abbiamo superato tutti!».
«Sistemiamo anche i figli»
Sempre nell’ordinanza del gip è riportata un’altra conversazione tra Frigerio e Cattozzo in merito a possibili future assunzioni della loro prole in Sogin. Cattozzo spiega a Frigerio: «Nucci mi ha detto: mio figlio [di Cattozzo] a Genova. A Milano ci mettiamo tuo figlio [di Frigerio]. A Torino ci mettiamo la figlia di Greganti, in modo che i ragazzi li abbiam messi a posto. Entrano come quadri, dopo 6-10 mesi li mettono come dirigenti e… li mettiamo a 3-4 mila euro al mese netti».
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