Saluggia. (u.l.)
La seduta di venerdì sera: la deliberazione, che non era agli atti, è stata approvata con i soli voti della maggioranza
I consiglieri di minoranza: «è illegittima», restano in aula ma non la votano. Bianco: «siamo al vilipendio»
C’erano parecchi cittadini, venerdì sera in Municipio, ad assistere alla seduta di Consiglio comunale dedicata al Decreto ministeriale con cui è stata autorizzata la costruzione, nell’area ex Eurex, dell’impianto nucleare WMF (Waste Maanagement Facility). Il Segretario fa l’appello – manca la vicesindaco Margherita Cotevino, ma seduto accanto al sindaco c’è il suo consulente Franco Pozzi – e subito il consigliere di minoranza Renato Bianco pone una “questione pregiudiziale”: «non ci sono atti da visionare, se non il Decreto, non c’è una proposta di deliberazione né il parere di regolarità tecnica: è un’inaccettabile offesa al Consiglio comunale, che quindi questa sera non può deliberare». Interviene anche l’altro consigliere di minoranza: «è una situazione kafkiana e illegittima, ho mandato io una proposta di delibera ma non è stata inserita all’ordine del giorno neanche quella, e nemmeno avete convocato la conferenza dei capigruppo». La replica è dell’assessore Farinelli: «Le riunioni dei capigruppo non si faranno più; siamo lontani anni luce nel pensiero e nel modo di lavorare, la sede per discutere è solo il Consiglio comunale». Bianco lo incalza: «Mi rendo conto che la democrazia è uno sforzo faticoso, ma noi riteniamo che l’atteggiamento odierno è la riprova dell’impossibilità del sindaco di operare in modo regolare». La seduta viene sospesa, i tre capigruppo – Giuseppe Vallino, Bianco e la Olivero – si ritirano per qualche minuto in un’altra stanza insieme al Segretario, poi quando rientrano il sindaco dichiara che «la maggioranza è contraria alla pregiudiziale, la seduta prosegue». Il primo cittadino dà la parola a Pozzi, che spiega a cos’è l’impianto WMF: «non serve oggi per la sicurezza di Eurex, servirà quando sarà stato realizzato il deposito nazionale definitivo, per condizionare i rifiuti solidi che proverranno dallo smantellamento dell’impianto ». E in conclusione non esclude l’opportunità, «visto che nell’ultimo mese, dopo il Decreto del Ministero, s’è scatenato l’inferno», di «lasciar tutto fermo per qualche giorno, fino alla riunione indetta dal sottosegretario De Vincenti per il 4 novembre al Ministero». Il wait-and-see proposto da Pozzi non trova sponsor. Il sindaco estrae una proposta di delibera: «sull’argomento abbiamo una nostra posizione, che ricalca quella del luglio 2012 e che è anche la proposta presentata dalla consigliera Olivero» (che quindi la maggioranza aveva letto ma non inserito all’ordine del giorno, ndr): evidentemente qualcun altro è venuto sulle nostre posizioni…». La Olivero non ci sta: «Non si può, quello che il sindaco si accinge a leggere doveva essere presentato 72 ore fa! Allora ha valore quello che ho presentato io!». Barberis replica «il Consiglio è sovrano, può decidere qualsiasi cosa», e Farinelli getta benzina sul fuoco: «Paola, siamo in uno Stato di diritto, se non ti va… fai ricorso». Interviene allora Bianco: «In uno Stato di diritto si rispettano le regole, e voi non le state rispettando». L’agitatissimo Farinelli gli dà del «traditore», vecchie ruggini che solo loro conoscono fino in fondo. Insomma: finisce con il sindaco che legge la proposta di delibera («non approveremo varianti al Piano Regolatore che consentano al costruzione del WMF»), Farinelli che legge pubblicamente brani de la Gazzetta (esercizio inutile: la leggono in tanti, non c’è bisogno di declamare gli editoriali in Consiglio, ndr), Bianco che spiega come «quest’oggi si è vilipeso il Consiglio, c’è un vizio di legittimità insanabile », Olivero che bolla la «velina» letta dal sindaco come un «tentativo di alto tradimento». Si vota: “Insieme per la nostra gente” è a favore, Bianco e Olivero si rifiutano di votare («né favorevoli, né contrari, né astenuti, perché questa delibera è illegittima», Farinelli vuole farli uscire dall’aula («chi non vuol votare vada fuori»), ma loro restano lì e non alzano le mani. Olivero chiosa: «Questa non è una deliberazione, è una farsa, è un insulto ai cittadini e al Consiglio comunale». Chiuso il Consiglio, con il pubblico rimasto in sala, la mezz’ora successiva è consistita nell’esposizione, da parte del consulente Pozzi, dei possibili sviluppi della vicenda nucleare italiana: «Quando saranno stati individuati i possibili siti per il deposito nazionale definitivo con annesso parco tecnologico, vedrete che i Comuni faranno a gara per accaparrarselo ».
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