TRONZANO. (r.t.) Dopo il fallimento di quello del 2006 il Comune chiede garanzie.
Nel corso di una recente conferenza di servizi è emerso che il piano per la bonifica della discarica di Alice Castello è fallito. Inoltre nella terza vasca, realizzata a partire dal 2008, sono stati conferiti circa il doppio dei rifiuti previsti dal piano a suo tempo affidato alla società Alice Ambiente srl: secondo Arpa e tecnici della Provincia, questa maggior pressione (1300 chili per metro cubo contro i 750 autorizzati) avrebbe causato il collasso dei pozzetti realizzati per togliere il percolato dal fondo della discarica. E, tra pozzetti inutilizzabili, maggior pressione dei rifiuti e il peso del percolato, si fa concreto anche un altro timore: che il “telo” isolante possa rompersi, facendo filtrare nel terreno e verso le falde acquifere liquidi altamente inquinanti, come, ad esempio l’ammoniaca.
All’incontro era presente, in qualità di uditore, anche il sindaco di Tronzano, Andrea Chemello, che rientrato in Comune ha fatto approvare dalla sua Giunta una delibera con cui si chiede senza mezzi termini alla Provincia di Vercelli di porre vincoli rigidi al futuro piano di bonifica: una data certa entro la quale ultimare i lavori e, soprattutto, il versamento di una fidejussione di adeguato importo da parte della ditta incaricata, somma effettivamente incassabile dall’ente pubblico qualora il piano di bonifica non vada a buon fine. Chemello chiede anche la stipula di un’assicurazione della responsabilità civile “per danni da inquinamento” che, oltre a un massimale congruo («Non inferiore ai 5 milioni di euro»), per danni arrecati a terzi, preveda un massimale non inferiore ai 250 mila euro per i costi di bonifica. «Se il percolato passa dal fondo della discarica al terreno e poi alle falde acquifere – spiega Chemello – nel giro di qualche anno tutti i Comuni a valle dell’impianto avranno problemi di inquinamento idrico. Questo atto deve essere adottato a tutela della salute pubblica dei cittadini. Perché i danni si vedranno non oggi o domani, ma tra cinque, dieci o vent’anni. Li subiranno i nostri figli: non si può far finta di niente su problemi di questa portata».
Chemello ha inviato la delibera alla Provincia e, per conoscenza, alla Procura e alla Guardia di Finanza che avviò l’inchiesta sull’impianto, senza ottenere, al momento, alcuna risposta.
Tronzano nel 2006 fu tra i Comuni che maggiormente osteggiarono la scelta del Consorzio dei Comuni e della Provincia di autorizzare la creazione di una terza vasca e di consentire che la discarica accogliesse nuovi rifiuti (il progetto originario ne prevedeva oltre due milioni di metri cubi). Il sindaco del tempo in carica fece anche ricorso al Tar, ma la pratica non venne mai discussa. Il Tribunale amministrativo, infatti, non concesse la sospensiva e, in attesa dell’udienza, Alice 3 prese comunque il via.
«Quando il Consorzio dei Comuni decise di vendere la discarica – aggiunge Chemello – dichiarò che la scelta era motivata dalla necessità di bonificare l’impianto. Il Consorzio incassò oltre 4 milioni di euro, ma il privato che l’ha gestita fino a oggi ha incassato somme enormemente superiori. E senza raggiungere l’obiettivo. Questo deve far scattare un campanello di allarme in tutti gli amministratori locali, perché la discarica di Alice è un problema di tutto il vercellese ».
0 Commenti
Siamo spiacenti, nessuno ha ancora lasciato un commento !
Ma puoi essere il primo: lascia un commento !