Tronzano. (r.t.) La Giunta comunale ha ridenominato un tratto di via Dante Alighieri. Nata e vissuta a Vercelli. Il sindaco Chemello ne ha tracciato una nota biografica.
A seguito della realizzazione del sottopasso ferroviario, via Dante Alighieri è stata divisa in due parti non più collegate tra loro. La nuova strada che si è formata interessa i numeri civici pari dal 2 al 10 di via Dante Alighieri, e che risulta ora essere una traversa di via Carducci posizionata all’uscita dal sottopasso viabile verso il cimitero. La Giunta comunale, su proposta del sindaco Andrea Chemello, ha deciso di ridenominare – intitolandolo ad Elena Carasso, poetessa dialettale vercellese scomparsa nel 1993 – quel tratto di strada.
Chemello ha tracciato una breve nota biografica dell’illustre vercellese: «Nata nel rione popolare, poi distrutto, della Furia, in una famiglia modesta che la mandò a scuola, insieme con la sorella, nell’Ospizio dei Poveri. L’infanzia di povertà e di rigore influenzò fortemente la sua crescita che non fu mai vissuta con rabbia ma sempre con grande dolcezza, esorcizzando le sofferenze della miseria con le ali della fantasia. La maturità vide la poetessa impegnata in riflessioni di carattere religioso ed in introspezioni profonde, ogni volta vissute con la sua grande capacità di ricreare gioia dal dolore.
Nella maturità Elena si impegnò anche in battaglie di carattere sociale e in difesa degli animali. Una acquisita stabilità economica la portò ad iniziative benefiche, sempre rimaste nell’anonimato. Convinta che la poesia dovesse rivelare l’animo del poeta, tenne per sé il suo mondo interiore e non volle pubblicare nulla. I temi della sua poetica, che evoca echi montaliani, sono l’amore per la natura e gli animali, il dolore (la morte della madre e della sorella la segnarono profondamente), il sentimento religioso, la gioia di vivere che sopravvive agli insulti dell’esistenza. Non le mancava la dimensione dell’ironia: nel 1981 ad Asigliano vinse un concorso di poesia dialettale con uno pseudonimo, e solo 10 anni dopo rivelò di essere lei l’autrice del testo. I suoi versi sono in grado di offrire la chiave per entrare nei ricordi di un passato fatto di immagini di bambini a volte spauriti, a volte felici di giocare a biglie nelle strade , a volte attoniti di fronte a una luna “… così piccola che si può racchiudere in una mano…”. Una poetessa che attraverso i suoi versi accompagna il lettore in un mondo di profonda malinconia ma anche di grande gioia, sempre e comunque permeato da un forte desiderio di vivere e di lottare».
«Con tale intitolazione – ha detto il sindaco – l’Amministrazione intende rendere omaggio ad una donna di spicco del nostro territorio. Ha lasciato un’impronta significativa nel campo culturale e dell’impegno sociale che merita una (ri)scoperta da parte di chiunque, anche non vercellese, voglia entrare nel suo mondo caleidoscopico, al contempo malinconico e gioioso, per scoprire le emozioni di un’anima inquieta ed appassionata».
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