TRONZANO. (r.t.) Grande interesse ha suscitato l’incontro, moderato da Fabio Tomei del Carp (Coordinamento Ambientalista Rifiuti Piemonte), sul nuovo disegno di legge regionale sulle attività estrattive. Enrica Simonin del “Movimento Valledora” ha illustrato ciò che prevede il disegno di legge, ovvero di ridurre i processi autorizzativi cui sono sottoposte le imprese estrattive per poter scavare, nelle zone idonee, fino a mille metri cubi. «Tutto ciò porterebbe a una cattiva gestione, non si saprebbe quanto si cava né quanto si estrae. Servono misure urgenti per le bonifiche, non per nuove escavazioni».
Il sindaco tronzanese Andrea Chemello è stato autore di una controproposta, sulla base della tesi di laurea di Simone Orioli. Dagli interventi del primo cittadino e del giovane studioso sono emerse delle linee guida alternative: «occorre allargare la quota di mercato degli aggregati riciclati che oggi, grazie all’innovazione tecnologica e all’applicazione sviluppata ormai da anni nei principali Paesi europei, hanno le stesse prestazioni degli aggregati naturali per impieghi nel settore edilizio. Inoltre il materiale riciclato ha prezzi competitivi e può sostituire l’uso della sabbia, della ghiaia e degli inerti in generale. Dunque, ridurre il numero delle cave per inerti ed i conseguenti quantitativi estratti è possibile». E dalle relazioni è emerso anche che «il secondo passo importante da fare è quello di rafforzare la tutela ambientale aumentando il controllo dell’attività estrattiva sul territorio. Ed è assolutamente necessario aggiornare il quadro normativo nazionale, fermo al 1927, per arrivare a definire per tutto il territorio italiano alcuni “standard minimi” che riguardino le aree in cui l’attività di cava è vietata e quelle in cui è condizionata a pareri vincolanti di amministrazioni di tutela ambientale».
Nell’occasione è iniziata la raccolta di firme contro lo “sciagurato” disegno di legge regionale.
Nella foto: Andrea Chemello ed Enrica Simonin.
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