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TRINO: Il trizio è molto più pericoloso di quel che si dice

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TRINO: Il trizio è molto più pericoloso di quel che si dice

TRINO. (r.t.) L’incontro organizzato da Legambiente venerdì 4 aprile al Teatro Civico. «Il trizio è molto più pericoloso di quel che si dice
Sogin deve spiegare ai cittadini cosa sta facendo».

Si esce dalla conferenza del dottor Giuseppe Miserotti – venerdì scorso, al Teatro Civico: organizzava Legambiente – con la convinzione che il trizio è un “vicino di casa” pericoloso e ingombrante. Dalla centrale “Enrico Fermi”, di questo isotopo radioattivo dell’idrogeno ne è uscito tanto (ed Enel era autorizzato a lasciarne uscire tanto), e Miserotti ha spiegato i rischi dell’esposizione al trizio: «ha una scarsa capacità di penetrazione, ma è stato provato che anche piccole dosi possono essere dannose per la salute. Il trizio può avere una vita anche di due secoli e – ha spiegato Miserotti – ha una reattività biologica alta: può essere inalato, assorbito, è cancerogeno».

Tanta gente, al Teatro Civico. Fausto Cognasso ha aperto la serata affermando che «il bicchiere d’acqua che abbiamo messo nella locandina è azzeccato, perché il trizio si presenta anche così e perché ci siamo stufati di quelli che, sulle questioni del nucleare, vogliono darcela a bere». La centrale “Enrico Fermi”, ha spiegato Cognasso, «nei suoi ventidue anni di attività (in realtà molti meno: molto spesso era ferma per guasti o problemi vari) è stata in pratica un fallimento. E il trizio prodotto, tantissimo, caratterizzò l’incidente della centrale di cui abbiamo trovato traccia nei documenti. La “Fermi” e la centrale francese di Chooz hanno emissioni elevate di trizio, fino a cento volte in più delle altre centrali ». «Quanto a Sogin, il cui “padrone” (azionista al 100%) è il Ministero dell’economia, quindi tutti noi italiani, ha il dovere morale ed etico di dare comunicazione ai cittadini di cosa sta facendo in un impianto nucleare. Il Comune di Trino dovrebbe richiedere con fermezza notizie, istituire una commissione permanente sul nucleare con cittadini, istituzioni, esperti, per valutare e poi riferire in pubbliche assemblee. Cosa mai avvenuta finora, e non capisco la paura di Sogin a fare queste assemblee pubbliche. Il Comune, utilizzando i “fondi Scanzano”, affidi a un soggetto terzo e indipendente la verifica dei dati della centrale e delle sue emissioni».

Gian Piero Godio, presidente di Legambiente del vercellese, ha aggiunto che «il nostro ricorso al Tar del Lazio volto ad evitare che il sito di Trino diventi “deposito di se stesso” è ancora in fase decisionale».

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