Trino. Referendum: 147 voti contrari, 136 favorevoli. Ferrarotti rassegna le dimissioni: respinte. Domenica 27 la prossima riunione: si parlerà di gestione boschiva e successione femminile.
Non passa, alla Partecipanza, il principio di autofinanziamento: la proposta del Primo Conservatore Bruno Ferrarotti e del Consiglio direttivo (la possibilità di chiedere ai soci un contributo di 50 euro annui, più eventuali altri 20 sui diritti aggiuntivi) è stata bocciata, nel referendum fra i soci tenutosi domenica 13, con 147 voti contrari e 136 favorevoli. Hanno votato in 290 su oltre 900 aventi diritto.
Avuta notizia dell’esito della votazione, Bruno Ferrarotti ha rassegnato le proprie dimissioni da Primo Conservatore al Consiglio, che si è riunito lunedì sera e non le ha accettate.
Già lunedì era stata indetta la prossima riunione pubblica, che si terrà domenica 27 aprile; all’ordine del giorno la gestione boschiva 2014/2015 (in primavera, infatti, si decide l’attività autunnale), e la successione femminile, che potrebbe essere anticipata visto che non vi saranno da attuare gli adempimenti referendari.
«Non mi sento sconfitto» dichiara Ferrarotti, «è un’operazione condotta da alcuni speculatori di legna da ardere. Quella dei contrari è una vittoria di Pirro; il paradosso è che in futuro nessuno potrà più chiedere un centesimo ad un partecipante: immaginiamoci che responsabilità si sono prese alcune persone».
Prima della consultazione di domenica erano arrivate via posta le schede dei foresi: «la stragrande maggioranza di loro ha votato per il sì, 45 contro 11; quelli che vedono la questione dall’esterno fanno di tutto per tenere in piedi la Partecipanza. Si sono addirittura presentati alcuni gruppi familiari, tre generazioni, pronti a pagare al momento ».
Sulla sconfitta ha quindi pesato essenzialmente il voto dei trinesi: «l’importante è il principio, lo sguardo solidaristico su una proprietà collettiva indivisa», invece ha avuto la meglio un altro tipo di motivazione, «non avere regole nella gestione boschiva, poter far legna a scopo speculativo», quindi non pagare per i quartaroli in più oltre a quelli di diritto. «Mi hanno chiamato dopo 27 anni per rimettere in piedi la Partecipanza che crollava; adesso per qualche anno non vi saranno problemi di solidità finanziaria, ma di certo vi saranno ripercussioni nel futuro di cui non si sono resi conto; chi verrà dopo dovrà vedersela con un convitato di pietra. È stato fatto un lavoro capillare, hanno lanciato uno slogan, sicuramente chi ha pensato di far questo aveva un interesse personale».
Per il prossimo anno di gestione il direttivo ha deciso di «attenersi ancora più strettamente allo Statuto»: estremo rigore normativo dunque, «non metodo per far passare in via amministrativa ciò che non è passato per via referendaria».
Il sindaco Alessandro Portinaro ha commentato: «questo referendum ci presenta un sodalizio spaccato in due, se la situazione fosse stata normale non si sarebbe arrivati a questo».
Silvia Baratto
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