Le donne dell’Amministrazione: «Sì all’ereditarietà in linea femminile»
Trino. (s.b.) Il Primo conservatore Ferrarotti: si è speculato sulla buona fede delle persone.
Si avvicina la data della consultazione referendaria della Partecipanza, che domenica 13 aprile chiederà ai soci di esprimersi sulla proposta di autosufficienza economica. L’ipotesi è una contribuzione annuale di 50 euro per ogni partecipante perché il piano di contribuzione triennale del Comune, i progetti in corso e l’attività svolta non consentono di coprire adeguatamente le spese di gestione.
L’argomento finanziario è stato trattato più volte nel corso dell’ultimo anno e mezzo, i soci hanno discusso sull’entità del contributo annuale, sulle conseguenze amministrative e rappresentative del mancato pagamento, le possibilità che la Regione, rinnovata, possa nuovamente essere un punto d’appoggio. Il primo passo però lo farà la Partecipanza col referendum, a dimostrazione che è un ente privato, capace di trovare soluzioni, come la sua lunga storia ha dimostrato.
Potrebbe essere un cambiamento importante, sebbene non nuovo poiché già in passato questa scelta è stata messa in atto. Più “epocale” la proposta da poco esposta ai soci dal Primo conservatore Bruno Ferrarotti e dal direttivo, allargare alle donne i normali passaggi ereditari. Oltre a dare un impulso sociale considerevole su un argomento che tocca tanto i settori di grande responsabilità istituzionale quanto il singolo cittadino, potrebbe essere un metodo per allargare in modo coerente il numero dei soci e creare una base contributiva e societaria capace di dare una prospettiva alla Partecipanza.
Sulla vicenda delle “proposte” avanzate da un gruppo di partecipanti per trovare possibilità di introiti alternativi e riprendere i rapporti con la Regione, corredate a supporto da una raccolta di firme, è stato scritto un nuovo, brevissimo capitolo domenica scorsa. I 70 firmatari partecipanti hanno ricevuto un invito per un incontro di spiegazione e confronto: l’intento era di chiarire la posizione del direttivo sulle affermazioni e le ipotesi di soluzione e di ascoltare i motivi che avevano portato alla decisione di firmare. Si sono presentati quattro partecipanti ed il figlio di una socia; la riunione si è svolta comunque ed è emerso ancor più chiaramente dalle loro spiegazioni quanto già a conoscenza del direttivo, ovvero, come attesta Ferrarotti, che nella maggior parte dei casi non è stato letto il lungo documento. «Si è speculato sulla buona fede» conclude il Primo conservatore; il meccanismo referendario è già avviato, i foresi, coloro che non abitano a Trino, hanno la possibilità di votare prima e alcuni hanno già espletato questo loro diritto. I colloqui con loro e con altri soci paiono essere convergenti sulla fattibilità dell’autofinanziamento, la parola conclusiva verrà comunque detta domenica 13 aprile.
Le donne dell’Amministrazione: «Sì all’ereditarietà in linea femminile»
Trino. (s.b.) Tutte le donne dell’Amministrazione comunale – maggioranza e opposizione, titolari di deleghe e coadiuvatrici – hanno firmato un documento in cui esprimono un giudizio positivo sulla modifica statutaria proposta nell’ultima assemblea della Partecipanza, volta a modificare i diritti ereditari in linea femminile.
Teresa Alvino, Debora Cavallari, Santina Ferrarotti, Patrizia Massazza, Laura Nasi, Alessandra Pitarresi hanno espresso il loro impegno “perché sia rispettata in ogni ambito la parità di genere” e perciò “condividono ed apprezzano la proposta della Partecipanza dei Boschi di modificare lo statuto per garantire il diritto di successione femminile”. Un primo passo era già stato compiuto, possono ereditare la sorte, ma non possono trasmetterla se non in casi particolari, adesso si tratta di compiere “un vero scatto culturale e sociale (dopo il diritto di voto conquistato dalle Partecipanti nell’ormai lontano 1988) verso la condivisione, in parti uguali fra uomo e donna, del mantenimento e del consolidamento della gestione amministrativa e forestale del sodalizio”.
Il passaggio è ancora più decisivo perché avverrebbe in un momento di “difficoltà finanziaria (la Giunta regionale Cota ha tagliato completamente, dal 2012, ogni finanziamento ed ogni forma di collaborazione ventennali), ed in una logica di autofinanziamento da parte dei soci richiesto con il referendum del 13 aprile prossimo, il diritto di successione femminile deve essere considerato come una ulteriore e preziosa risorsa per il sostentamento economico della Partecipanza”. La gestione economica non è certamente un argomento sconosciuto alle donne, “accorte amministratrici della famiglia e delle incombenze quotidiane”, le quali comprenderanno la duplice portata di questa modifica, da un lato “occasione per tradurre il cambiamento in azioni culturali e di crescita concreti e tangibili” e dall’altro un ponte per il futuro della Partecipanza, a cui possono dare un consistente sostegno finanziario e di condivisione della gestione; una svolta, quindi, di cui “sapranno cogliere la portata e sostenerla”.
Nella foto: Un momento di un’assemblea della Partecipanza.
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