TORINO. (r.g.) Consiglieri regionali.
Il ciclone Rimborsopoli continua a soffiare su Luca Pedrale, Alberto Cortopassi (Pdl) e Paolo Tiramani (Lega Nord) coinvolti nell’inchiesta sugli «scontrini pazzi» di palazzo Lascaris. Insieme con la richiesta di rinvio a giudizio del presidente Roberto Cota sono state depositate quelle di altri 39 consiglieri sotto accusa. Le richieste di archiviazione sono 17.
La posizione di Luca Pedrale è archiviata solo per le accuse in concorso con Comba, Leo e Vignale, non come capogruppo. Quindi il suo nome è anche fra quelli delle richieste di rinvio a giudizio. «Abbiamo fornito spiegazioni che avrebbero potuto portare all’archiviazione – spiega il suo legale, l’avvocato Luigi Chiappero – ma il tempo stretto intercorso tra l’interrogatorio e la richiesta di rinvio a giudizio non ha consentito una valutazione».
A Pedrale sono stati contestati poco meno di 20 mila euro in rimborsi: anche spese per fiori, champagne, acquisti nei supermercati, in negozi di intimo e in gioiellerie. I rimborsi che hanno messo nei guai Alberto Cortopassi ammontano a oltre 48 mila euro: per lo più piatti e panini vari al ristorante o nei bar, oltre alla manutenzione dell’auto, all’abbigliamento e ai cd.
Paolo Tiramani dovrà rendere conto invece di una cifra che si aggira sui 30 mila euro. Oltre ai rimborsi per ristoranti e alberghi, anche giochi, contravvenzioni, ricariche telefoniche e souvenir dallo Juve store.
Nella foto: Luca Pedrale.
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