BORGOSESIA. (r.g.) Al consigliere leghista vengono contestati 34 mila euro.
I rimborsi contestati dalla Procura torinese a Paolo Tiramani, consigliere del gruppo Lega Nord-Bossi, ammontano ad oltre 34 mila euro. Di cui più di 25 mila per “consumazioni al bar e similari”, 1500 per pernottamenti in alberghi, quasi duemila per “spese varie” (abbigliamento, profumerie, generi alimentari, prodotti di elettronica, manutenzione autovettura privata, fiori, contravvenzione al Codice della strada, giocattoli, ricariche telefoniche a persone estranee al gruppo tra cui la moglie), e rimborsi spese per carburante e mezzi di trasporto per oltre 4 mila euro.
Buona parte degli scontrini che Tiramani si è fatto rimborsare si riferiscono ad acquisti di pasticceria o bevande: aperitivi (spritz aperol, crodini, tocai, cocktails e long drinks), birre, consumazioni al bar o in discoteca. Quasi tutti in Piemonte, ma tra giugno e settembre 2011 risultano anche consumazioni per più persone in alcuni locali di Venezia.
Il problema, per il trentenne consigliere leghista, è che la Guardia di Finanza ha effettuato controlli incrociati fra le “celle” a cui era agganciato il suo telefono cellulare e le date degli scontrini che il consigliere si è fatto rimborsare al Gruppo: in molti casi non corrispondono. Il 10 giugno 2012, ad esempio, poco dopo le 9 del mattino il telefonino di Tiramani è attivo all’aeroporto di Elmas (Cagliari), e lui presenta uno scontrino del “Bar del bensinat” di Scopa (Vercelli). Il 25 novembre 2011, poco dopo le 13, il suo cellulare è agganciato a un ripetitore di Santhià, e lui si fa rimborsare uno scontrino – emesso alla stessa ora – di 9 euro di consumazioni in un bar di Milano.
Fra il novembre del 2011 e l’agosto del 2012 c’è qualcuno che fa colazione 29 volte al “Bar dello Gnomo” di Scopa, mentre il cellulare di Tiramani nelle stesse date e orari è segnalato in tutt’altro luogo. Il difensore di Tiramani, l’avvocato Katia Loro del Foro di Parma, nel maggio scorso ha presentato una memoria in cui sostiene che il suo assistito “non ha mai utilizzato i rimborsi del Consiglio Regionale per finalità personali, ma solo ed esclusivamente per scopi inerenti alla propria attività istituzionale e politica”; Tiramani “ha aderito a una prassi consolidata dal 1972 in assoluta buona fede”, e “nella totale assenza di volontà di appropriarsi indebitamente di somme di denaro”.
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