Santhià. (r.c.) Sabato pomeriggio in Sant’Agata i funerali delle vittime. Proclamato il lutto cittadino. Gli inquirenti stanno cercando di capire co’è successo giovedì sera nella villetta di via Marconi.
Saranno celebrati sabato alle 15 nella parrocchiale di Sant’Agata, probabilmente dal vescovo mons. Marco Arnolfo, i funerali di Patrizia Manavella, Tullio Manavella e Giuseppina Bono, uccisi nella notte tra giovedì e venerdì nella loro villetta di via Marconi. Non è prevista camera ardente: le salme arriveranno in chiesa direttamente dall’obitorio dell’ospedale Sant’Andrea. Il sindaco ha già preannunciato che proclamerà il lutto cittadino.
Nel pomeriggio di martedì 20, ha avuto inizio l’esame autoptico sui tre corpi, per meglio comprendere gli orari in cui si è consumata la tragedia. A procedere è un team guidato dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo, che entro un paio di mesi farà avere gli esiti.
Intanto sempre martedì, alle 15.30 nella casa circondariale di Billiemme – dove da sabato il 24enne è rinchiuso, sorvegliato a vista per timore di un gesto anticonservativo e assistito dal cappellano don Carlo Serra – si è svolta l’udienza di convalida dell’arresto con l’interrogatorio di garanzia; nel colloquio con il giudice per le indagini preliminari Paolo Bargero il giovane è stato assistito dall’avvocato Andrea Brignoglio, che al termine ha dichiarato: «non nomineremo altri periti, il mio cliente ha già confessato». La Procura ha inoltre disposto l’analisi del capello, per capire se il ragazzo fosse tossicodipendente.
Foto: La villetta di via Marconi in cui si è consumata la tragedia.
Lorenzo ha ammesso di essere stato lui ad uccidere, nella notte tra giovedì e venerdì, i nonni e la zia, ma il suo legale afferma: «Nonostante la cocaina è impensabile che una persona in grado di intendere e di volere massacri con tale violenza i familiari con cui vive e a cui vuol bene: è probabile, quindi, che venga chiesta la perizia psichiatrica.
Gli inquirenti vogliono chiarire alcuni punti della vicenda. Innanzitutto con quali soldi Lorenzo si procurasse la cocaina, non avendo un lavoro fisso né una grande disponibilità di denaro. Inoltre si cerca di far luce sullo strano furto di gioielli che la zia Patrizia aveva subito qualche giorno prima: nessun segno di effrazione, il ladro era andato a colpo sicuro.
Poi va chiarita la dinamica del triplice omicidio: sembra che Lorenzo prima abbia ucciso la zia, poi sia uscito chiudendosi fuori senza chiavi. A quel punto sarebbe rientrato usando una scala con cui è salito al piano superiore passando da una finestra, e solo a quel punto avrebbe ucciso i nonni.
Intanto la madre di Lorenzo, che da tempo non vive più con lui, ha affidato qualche pensiero al suo legale: «Ora il mio compito sarà aiutare Lorenzo a trovare la strada per perdonare se stesso». Il padre Gian Luca, che in quei giorni era in Sardegna, chiede «umana pietà per Lorenzo, che porterà per il resto della vita il peso delle sue gravi azioni insieme a chi lo ha amato».
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