SANTHIÀ. (r.e.) Dopo lo sciopero di dicembre sono stati acquistati i soffioni per riscaldare i capannoni. Sul tappeto le questioni della rimozione dell’amianto dai tetti e degli “scatti di livello”.
Sono giorni di attesa e speranza per i lavoratori delle Officine Magliola di Santhià dopo lo sciopero portato avanti nel mese di dicembre: uno sciopero di due ore al giorno, con sit in nel cortile della ditta. I lavoratori chiedevano l’acquisto e l’installazione di soffioni per riscaldare i capannoni dove si lavora: lo svolgere l’attività al freddo, infatti, aveva portato allo scontro tra operai e vertici aziendali.
Ora però sembra che vi sia qualche spiraglio di intesa e di accordo: i soffioni per riscaldare i capannoni sono stati acquistati, e con questi si scalderanno anche i depositi della ditta. A breve inizieranno anche i lavori per la ristrutturazione dei bagni. Sulle altre problematiche evidenziate dai lavoratori si dovranno attendere le prossime settimane: per fine gennaio è previsto un incontro tra azienda e sindacati. Si dovrà capire con quali tempistiche verrà smaltito l’amianto sui tetti dello stabilimento (sono già state condotte delle analisi per valutare la sicurezza ambientale).
Un aspetto a cui i lavoratori sono molto attenti è quello degli “scatti di livello” di determinati operai: qualcuno sostiene infatti di venire sottopagato rispetto alla mansione ricoperta, e si sottolinea la presenza di differenze contrattuali tra alcuni lavoratori.
Il lavoro per la Magliola, comunque, non sembra mancare: a confermarlo sono le attività legate alla ristrutturazione delle carrozze dell’Orient Express e dei treni Intercity. Diverse dunque le problematiche sul tavolo del confronto; nei giorni scorsi i sindacati hanno contattato l’Api (Associazione Piccole e Medie Imprese) di Novara per capire la volontà dell’azienda, e anche in questo caso è stato tutto rimandato all’incontro che avverà a giorni e in cui si decideranno gli interventi migliorativi dell’ambiente di lavoro e del futuro dell’azienda.
Nella foto: L’interno di un capannone della Magliola di Santhià.
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