SANTHIÀ. (r.s.) Gianni Franceschina è uno dei più apprezzati “creatori” di carri allegorici del Carnevale Storico di Santhià, ma anche di quelli di Vercelli, Chivasso, Oleggio, Torino e Viareggio. E da una sua idea – festeggiare la vittoria nel Carnevale 1989 portando in giro un carro fl uorescente – nacque l’idea della sfi lata notturna.
Franceschina – scultore, scenografo, scultore “a tutto tondo” – lavora nel salone della Società artistica santhiatese, tra fogli di giornale, bozzetti, piccole statue e caricature. Al centro c’è il “Babaciu” che, come da tradizione, verrà bruciato in piazza l’ultima sera di Carnevale.
Per Franceschina questo è il 50° anno di Carnevale. Iniziò nel 1964, aveva 14 anni e fu coinvolto da alcuni ragazzi più grandi. Ai tempi si modellava la scagliola, era il prodotto di una pianta che cresceva solo nei dintorni di Alice Castello: i carri erano imponenti, ma statici. Poi, nel 1977, venne introdotta la carta, ma senza forma e appoggiata a delle reti, mentre la grande rivoluzione si ebbe negli anni Ottanta con la cartapesta, scoperta a Viareggio e introdotta a Santhià.
Fra i suoi carri memorabili ci sono sicuramente “Arresto cardiaco”, del 2008, suggerito da… un infarto che rese necessario il suo ricovero in ospedale. E poi “Tempi moderni”, con un grande Charlot e i lavoratori cinesi. Nel 1998 realizzò un carro sul tema dei Beatles, e in quell’occasione conobbe il presidente del club italiano dei fan dei Fab Four. Recentemente, in occasione di un concerto di Paul McCartney, Franceschina ha realizzato dei Gianduja con impressa l’immagine del cantante e glieli ha mandati.
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