SANTHIÀ. (r.s.) Anche a Santhià, come in molte altre città d’Italia, il commercio è in crisi. Sempre più numerosi sono i cartelli “affittasi” appesi alle vetrine dei locali di corso Nuova Italia, ma anche in periferia. Molti negozi chiudono a causa della crisi economica generale, altri per canoni d’affitto troppo alti, ma in generale il saldo aperture/ chiusure è negativo. Sul corso almeno sei i negozi in cerca di nuovi gestori, mentre altri sono chiusi da anni; altri due, nell’ultimo tratto del corso, hanno chiuso i battenti da tempo, mentre un altro negozio di abbigliamento, quasi inaspettatamente, ha tirato giù le serrande qualche settimana fa.
Commenta la vicesindaco Angela Ariotti: «Non parlerei di situazione allarmante, in quanto sul corso le attività commerciali tengono bene. Nelle aree periferiche, invece, abbiamo registrato un numero di chiusure più elevato e questa situazione di certo è da monitorare. Nel 2013 sul corso si è registrata una chiusura, nella scorsa settimana un’altra. Ma questo può essere visto come un fatto fisiologico. Altra cosa, invece – continua Ariotti – è vedere sei negozi di corso Nuova Italia chiusi da tempo e che non riescono ad ospitare altre attività commerciali. Dovremmo domandarci come mai questi spazi dediti alla vendita sono vuoti». I motivi potrebbero essere diversi: i locali in questione hanno spazi limitati e non sono indicati per negozi di nuova concezione. Ma c’è anche da tener conto del “caro affitti”; dice Ariotti: «Necessita un ragionamento sugli affitti, forse ancora troppo alti. Se si riuscisse ad abbassarli di sicuro non risolveremo il problema, ma daremo un piccolo contributo al commercio cittadino».
Nella foto: Corso Nuova Italia a Santhià.
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