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Il Piano Regolatore presentato a Sant’Antonino

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L’architetto Toselli a Sant'Antonino
L’architetto Toselli con il sindaco Barberis e gli altri amministratori comunali (foto Greco)

Saluggia. (u.l.) Uditorio attento, la sera di mercoledì 2 aprile, nel salone dell’oratorio di Sant’Antonino. Dopo averlo già fatto nel capoluogo, la Giunta comunale e il progettista Tullio Toselli vengono in frazione a presentare la Variante generale al Piano Regolatore. La prima oretta scivola via tranquilla, con Toselli che proietta le tavole e illustra caratteristiche e obiettivi del Piano.

La circonvallazione
La maggiore curiosità è sul disegno della nuova circonvallazione della frazione: una bretella che – con una rotatoria – si stacca dalla provinciale poco prima dello scheletro dell’incompiuto “Villaggio Sant’Antonino”, passa davanti al cimitero, fa una curva vicino al campo sportivo e poi, mantenendosi ad est dell’abitato, si riallaccia alla provinciale – con un’altra rotatoria – appena prima delle Mariette. I primi due che si alzano a parlare dalla platea non sembrano entusiasti, e si capisce subito perché: uno ha l’abitazione all’esterno di una curva, e si chiede incredulo «se davvero il Comune può portarmi le macchine fin dentro casa»; l’altra ha casa tra i campi, e ora la nuova tangenziale la lambirebbe: dice, ironica, che potrà «metter su un autogrill e vendere i panini». Ma l’osservazione che mette in crisi i relatori la fa Marco Bosio: chiede se sono stati fatti studi sul traffico giornaliero che transita da Sant’Antonino, e quando gli dicono che «al mattino, all’ora di punta, sono 70-80 auto all’ora» (poco più di una al minuto) chiede se davvero questi numeri giustificano la realizzazione della tangenziale. Il sindaco Firmino Barberis si alza, indica un punto sulla carta, a metà strada tra la piazza e il bar Bulldog, ed evoca la catastrofe: «se succede qualcosa qui e si blocca la strada, da Livorno a Saluggia e viceversa non si passa più». Dalla platea più d’uno gli spiega che non è vero, che per le emergenze ci sono strade esterne alternative, e che basterebbe allargare quelle. A quel punto Barberis diventa renziano: «signori, qui bisogna decidersi: o rimanere allo staus quo o andare avanti». Andare avanti, nella fattispecie, significa fare la circonvallazione, in modo da passar fuori da Sant’Antonino.

circonvallazione di Sant’Antonino
La tavola del Piano con la circonvallazione di Sant’Antonino.

La parcella di Toselli
Poi uno chiede «quant’è costato tutto ciò»: vuol sapere a quanto ammonta la parcella di Toselli. Il sindaco e il progettista si innervosiscono e provano a buttarla in corner, «ma questo cosa c’entra?», «parliamo dei contenuti del Piano», però quello non demorde: «non contesto, voglio solo saperlo, sono soldi nostri». L’assessore Libero Farinelli capisce l’antifona e prende la parola: spiega che «è stata fatta una gara, hanno partecipato diversi professionisti, se l’è aggiudicata Toselli», e alla fine vien fuori la cifra: «centomila euro». Uno fa: «centomila euro per far rifare il Piano allo stesso che aveva già fatto il precedente?». Toselli lo fulmina: «Lei non sa nulla del Piano precedente ».

«Quello del ferro»
Alcuni chiedono chiarimenti sul futuro dell’attività di raccolta di ferro e metalli, ubicata verso la stazione: risulta subito chiaro che l’unico problema di traffico a Sant’Antonino è lì, con i grossi camion che passano dalla via adiacente. Il sindaco mostra un nuovo breve tratto di strada che dovrebbe collegare l’area a via Cigliano, e alcuni rilevano che «sì, però poi bisogna obbligarli a passare di lì, non in mezzo alle case».

Gli zingari
Si arriva al «campo nomadi ». Che non è più tale: Toselli spiega che «lì hanno costruito delle case, non avrebbero potuto ma poi hanno chiesto e ottenuto il condono, e adesso sono case regolari come tutte le altre». Luca Benedetto (che un paio d’anni fa si è candidato, trombato, nella lista capitanata dall’assessora dell’ex sindaco Pasteris) dalla platea dice: «eh, bisogna vedere chi l’ha concesso, il condono». Affermazione che scatena l’ex consigliere Emanuele Pedrazzini, seduto dall’altra parte della sala: «e no, e no, allora bisogna dirla tutta: c’è chi chiede il condono perché è il Governo a permettere il condono. Qual è il Governo che ha fatto il condono, eh? qual è?» (sottinteso: il governo Berlusconi). Alle sue spalle, perfido, il capogruppo di maggioranza Giuseppe Vallino gli ricorda che «il condono lo chiedono in tanti…» (sottinteso: anche Pedrazzini). C’è un po’ di battibecco, poi la discussione si chiude.

presentazione della Variante di Piano Regolatore
La platea nella sala dell’oratorio di Sant’Antonino alla presentazione della Variante di Piano Regolatore (foto Greco)

I consiglieri di minoranza
Come già a Saluggia, chiedono la parola i consiglieri comunali di minoranza. Prima Renato Bianco, che ripete quanto ha già detto in Consiglio, in palestra, e ha scritto su un volantino distribuito in paese (e ora su questo giornale: v. lettera a pag. 18): «la Giunta s’è fatta il Piano da sola e se l’è approvato – adottato, per ora – da sola, senza coinvolgere tutto il Consiglio». Rievoca i tempi in cui «i soldi del nucleare sono stati dirottati in Valsesia», e a quel punto Farinelli lo rimbecca ricordandogli i trascorsi (di entrambi) nel centrodestra nella gloriosa epoca di Masoero e Rosso. Poi interviene Paola Olivero, e – come ormai avviene sempre, da due anni infinite repliche della stessa commedia – il sindaco e Farinelli sbroccano: Barberis che la interrompe ripetendo «non è vero!», «non è vero!», «parli con competenza di argomenti di cui non capisci niente», mentre l’assessore la rimbalza con il consueto «non abbiamo nulla da dirci, il confronto con te è inutile: abbiamo vinto noi, amministriamo noi». C’è ancora il tempo per un intervento della vicesindaco Margherita Cotevino sulla sua attività a favore dei santantoninesi e della coltivazione del fagiolo, e dell’assessore Adelangela Demaria sui motivi che hanno portato alla chiusura della scuola della frazione («quasi tutti i genitori di Sant’Antonino hanno iscritto i figli alla scuola di Saluggia»), poi la serata si conclude con i soliti capannelli. Poi un giorno qualcuno andrà in Provincia a chiedere i soldi per le circonvallazioni su cui tanto si discute, e scoprirà che non ci sono i soldi, e non c’è nemmeno più la Provincia.

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