Saluggia. (r.s.) In Consiglio comunale Paola Olivero sottolinea l’«inopportunità» della posizione di Margherita Cotevino. «Il Comune ha acquistato un immobile dalla sua famiglia e affida incarichi alla ditta dei suoi figli».
Il Consiglio comunale ha approvato, con 6 voti favorevoli e 2 contrari, il rendiconto di gestione dell’esercizio finanziario 2013. C’è un avanzo di 1,8 milioni di euro, di cui 1,4 per finanziare spese in conto capitale e 0,4 di fondi non vincolati. Il conto economico presenta un risultato di gestione di 1,2 milioni, un risultato della gestione operativa di un milione e un risultato economico di esercizio di circa 580 mila euro.
Ancora una volta, come in occasioni precedenti, agli atti non compare la relazione letta in aula dal sindaco Firmino Barberis. Compaiono invece i documenti presentati dai consiglieri di minoranza Renato Bianco e Paola Olivero. Quest’ultima ha evidenziato la distribuzione dei ruoli all’interno della maggioranza: «Un sindaco succube (che incarna la teoria ante elezioni di Farinelli del “sindaco debole”, a cui voleva abbinare una lista forte, cioè lui stesso) che firma lettere in vece di tutti, anche dei Responsabili di Servizio (speriamo le legga anche). Un superassessore, che mentre “guida” con un “fraterno abbraccio” il sindaco, concentra su di sé potere e risorse economiche e fa della paura da incutere il suo credo». Ma soprattutto, sostiene la Olivero, «una vicesindaco (Margherita Cotevino) che non si rende conto di quanto sia imbarazzante la propria situazione, dopo che il Comune ha acquisito “bonariamente” dalla sua famiglia un immobile i cui atti vengono negati alla minoranza, ingenerando inevitabilmente dubbi, aumentati dalla gratuita discesa in campo del sindaco in difesa sui giornali, per non dire degli incarichi che questo Comune ha affidato alla ditta della sua famiglia, con atti pubblici riferiti anche dai giornali. Nulla contro chi lavora, ma sicuramente inopportuna la sua posizione di pubblico amministratore. Ci domandiamo – prosegue la Olivero – come faccia poi a sopportare di essere continuamente bypassata ora da uno e ora dall’altro assessore, e affermi come farebbe una brava massaia “io non faccio politica”, “sono qui per imparare”, “se la gente vuole parlarmi sono a disposizione”. Imparare da chi? Dall’assessore pigliatutto? Chiediamo se risponde a verità che avrebbe già presentato le dimissioni e che sarebbero state stracciate (nella sede sbagliata: si presentano al protocollo e sono irrevocabili)».
Nella foto: da sinistra: Paola Olivero e la vicesindaco Margherita Cotevino.
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