L’ordinanza del Tar sospende il diniego del Comune. L’avvocato di don Enrico invia una diffida: ora ci devono rilasciare il permesso di costruire.
SALUGGIA. (u.l.) Secondo il sindaco Firmino Barberis «il parroco don Enrico Triminì vuole aprire un ristorante all’Oratorio»: il sacerdote ha presentato in municipio la domanda di permesso di costruire, la responsabile del servizio tecnico urbanistico comunale Linda Marin l’ha bocciata; il parroco si è allora rivolto al Tribunale Amministrativo Regionale che, il 21 maggio scorso, ha “sospeso” il diniego della Marin. E ora?
Il parere di fattibilità
La vicenda ha inizio nell’estate 2013. Don Triminì esprime l’intenzione di “risistemare” l’Oratorio, ravvisando la necessità di “ampliare gli spazi di relazione”. Incontra alcuni amministratori comunali, li invita a una riunione del Consiglio Pastorale. Inizialmente pensa di installare una tensostruttura, poi fa predisporre dal geometra Riccardo Bracco di Torrazza un primo progetto che, fra l’altro, prevede la “creazione di una manica di fabbricato ad uso cucina, salone e servizi accessori” dove ora c’è una tettoia porticata, sul lato lungo via San Giovanni Battista. Bracco, incaricato dal parroco, a metà luglio porta in municipio una “richiesta di parere di fattibilità”. A fine agosto la responsabile dell’area urbanistica gli risponde con un “parere preventivo”; la geometra Marin sostiene che, essendo la destinazione dell’area “pubblica”, la realizzazione di servizi sociali e attrezzature «spetti unicamente – recita la norma – alla pubblica amministrazione ». Ne consegue che l’intervento proposto dal parroco è «in contrasto con la norma di Prg»: parere negativo.
Consulti torinesi
Don Triminì e il geometra Bracco non ne sono così persuasi. Il punto è l’interpretazione dell’articolo 25 del Piano Regolatore di Saluggia. Consultano allora l’ingegner Giorgio Sandrone dello Studio Mellano e associati di Torino, e l’avvocato Paolo Cisa Asinari di Grésy. Il parere dei due professionisti è unanime: «le strutture ricreative, specie se aventi finalità sociale – nel cui ambito entrano senz’altro gli oratori parrocchiali – possono essere realizzate senza dubbio alcuno anche da soggetti diversi rispetto al Comune. Tra questi senz’altro in primis la Parrocchia». Cisa di Grésy, in una nota a don Triminì, è perentorio: «il parere negativo espresso dal responsabile dell’area tecnica del Comune di Saluggia non risulta conforme ad una corretta lettura tanto del Prgc del medesimo Comune, quanto di tutti i principi espressi dalla normativa nazionale e regionale in tema di pubblici servizi».
La richiesta di permesso
Siamo ormai a dicembre. Il parroco, confortato da tali autorevoli pareri, manda il geometra Bracco a presentare ufficialmente la richiesta di permesso di costruire. Il progetto è denominato “Risistemazione interna ed esterna dell’Oratorio Mazzetti con ampliamento degli spazi di relazione e contestuale adeguamento dei locali e del parco giochi alla normativa di sicurezza e prevenzione incendi”. A metà febbraio arriva la risposta della Marin: diniego. Per “carenza documentale”, per non aver inoltrato l’istanza per via telematica, ma soprattutto – nel merito, riferendosi alla “creazione di una manica di fabbricato ad uso cucina, salone e servizi accessori” – perché è un intervento che «spetta unicamente alla pubblica amministrazione», e «non risulta che l’Amministrazione comunale abbia emesso atti preliminari o propedeutici alla richiesta di permesso di costruire da Voi avanzata».
Il ricorso al Tar
Don Triminì, a questo punto, decide di adire le vie legali e propone ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale, incaricando gli avvocati Paolo Cisa Asinari di Grésy e Luciano Fuscà. L’Amministrazione comunale decide di resistere: si costituisce in giudizio, e il 14 aprile la Giunta affi da l’incarico di assistenza legale all’avvocato Giuseppe Greppi dello Studio associato Monti di Casale Monferrato. Impegno di spesa: 6870 euro.
L’ordinanza
Il 21 maggio il Tar esamina il ricorso e lo ritiene, «almeno ad un primo sommario esame, assistito da apprezzabili elementi di fumus boni iuris, in considerazione della necessità di considerare l’intervento proposto nella sua unitarietà (progetto di ampliamento dell’edificio esistente attraverso la costruzione di una manica di fabbricato con locali ad uso cucina, salone e servizi accessori quali i servizi igienici, volto a rendere meglio fruibile l’oratorio) e della possibilità di ricomprendere la complessiva struttura dell’oratorio tra le “attrezzature ricreative” di cui all’art. 25” delle norme del Piano Regolatore. Accoglie quindi l’istanza cautelare e sospende il provvedimento di diniego, rinviando per la trattazione del merito all’udienza del 28 gennaio 2015.
Le conseguenze
Cosa significa “sospendere il provvedimento di diniego”? Quali conseguenze immediate può comportare? L’avvocato di don Triminì, Cisa di Grésy, lo scrive in una raccomandata inviata pochi giorni fa al Comune: «Comporta, quale prima immediata conseguenza, la necessità di portare a conclusione il procedimento a suo tempo instaurato a mezzo dell’istanza presentata dalla Parrocchia»: «l’iter procedimentale non può definirsi concluso, ma tutt’ora pendente». «Si ritiene che non potrà essere spazio alcuno, ai fini di prestare adeguata ottemperanza all’ordinanza del Tar, per un provvedimento diverso dal rilascio del permesso di costruire». Il legale, quindi, «intima e diffida il Comune di Saluggia» a rilasciare quanto prima il permesso di costruire. Ad oggi siamo a questo punto. La prossima mossa tocca al Comune: alla geometra Marin e ai suoi legali e consulenti.
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