Saluggia. (r.s.) Il sacerdote vuol costruire all’oratorio un “polivalente con cucina”, il Comune gli nega il permesso.
Spiegato dal sindaco Firmino Barberis, il progetto di ampliamento dell’oratorio presentato in Comune dal parroco don Enrico Triminì sarebbe «un vero e proprio ristorante»: «un salone da 130 metri quadri corredato da cucina, dispensa, servizi annessi alla cucina e servizi igienici». Per 180 persone. «Ma come è possibile – prosegue il sindaco – che uno stabile di 130 metri quadri possa ospitare 180 persone?».
L’Amministrazione comunale è contraria, contrarissima: «Non vogliamo essere responsabili dell’apertura di un ristorante all’oratorio – aggiunge Barberis – perché l’oratorio ha altre finalità. In paese ci sono già tanti ristoranti che in questo periodo hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, figuriamoci se dovesse aprirne un altro, rischierebbero di chiudere».
Poi il sindaco fa i conti in tasca al don: «Guardando il progetto possiamo desumere che il costo dell’opera si aggiri sui 400 mila euro. Don Triminì ha fatto appello ai fedeli per trovare i soldi per rifare il tetto dell’oratorio (100 mila euro) e sistemare il cinema (75 mila). Non ha i soldi per questi interventi… e li ha per costruire un ristorante?».
La responsabile del Servizio Urbanistico del Comune il 13 febbraio scorso ha emesso il diniego definitivo all’istanza di permesso di costruire presentata dalla Parrocchia nel dicembre scorso. Don Enrico Triminì ha contattato uno studio legale ed ha proposto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per l’annullamento del provvedimento di diniego. Il 14 aprile la Giunta comunale si è riunita ed ha deciso di resistere in giudizio, incaricando l’avvocato Greppi dello Studio Monti di Casale Monferrato. E il sindaco propone: «Faccia il parroco un referendum in paese per conoscere il pensiero della popolazione, chieda se i saluggesi sono favorevoli o contrari a questo ristorante».
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