SALUGGIA. (r.s.) La scadenza era il 31 dicembre scorso , poi i produttori cinematografi ci e gli esercenti delle sale si sono accordati per una proroga: fino a marzo, o forse fino a giugno. In ogni caso – spiega il parroco Don Enrico Triminì sul bollettino parrocchiale – anche al Cinema Oratorio, «una delle poche sale cinematografi che rimaste nei dintorni», «la vecchia macchina di proiezione acquistata nella metà degli anni settanta andrà fuori uso perché le case produttrici consegneranno solo più films in versione digitale. Spariranno quindi le vecchie “pizze”, non sentiremo più il rumore del nastro che gira nella macchina…».
Per aggiornare tecnologicamente la sala, acquistando un nuovo impianto di proiezione, servono circa 60 mila euro. «Molte volte – prosegue il parroco – mi sono chiesto se sia il caso di spendere così tanti soldi per una ragione simile; la risposta è sempre stata che vorrei che questo cinema restasse in piedi, che continuasse a vivere anche grazie ai tanti volontari che in questi anni si sono messi in gioco e che per primi mi chiedono di non chiudere la sala».
Inoltre, aggiunge Don Enrico, è necessaria anche una “ripassatura” del tetto dell’edificio, con la sostituzione dei listelli deteriorati e delle tegole rotte. «E’ una cifra importante che potrebbe spaventare chiunque, ma non mi sento solo; so di poter contare anche sulla Provvidenza che ha già operato molte volte per le strutture della nostra Chiesa locale e del nostro Oratorio. Ho affrontato l’argomento con il Consiglio Parrocchiale Affari Economici, ma – dice il sacerdote ai parrocchiani – sarei felice di condividere con voi queste scelte: quindi non esitate a fermarmi e a dire cose ne pensate. Conosco la vostra generosità, riconosciuta anche a livello diocesano, conto su di voi. Metterò la cassetta miracolosa davanti all’altare della Madonna».
Nelle foto:
- in alto: don Enrico Triminì, Parroco di Saluggia;
- sotto: Augusto Donato, tecnico alla proiezione nel Cinema Oratorio di Saluggia.
Augusto Donato, da quarant’anni dietro la macchina da proiezione
SALUGGIA. (p.g.) Quarant’anni fa il giovane Augusto Donato, da poco maggiorenne, sale per la prima volta nella cabina di proiezione del cinema Oratorio. Ci va con il cineoperatore Amelio Momo, che un po’ per volta gli insegna il mestiere, e poi da solo. «E così da allora – racconta -, con grande passione, ogni sabato e domenica, invece di andare a divertirsi come facevano gli altri giovani, ero in cabina a preparare le bobine dei fi lm da proiettare, avvolgendole manualmente ». «E’ un mestiere di passione e di rinunce – spiega Augusto, armeggiando con sicurezza su tasti e manopole della macchina -, ho provato ad insegnarlo a dei ragazzi ma alla fi ne mai nessuno l’ha voluto fare. Ora che la pellicola sparisce sicuramente cambierà tutto: io qui l’ho sempre fatto come volontario, ma nei grandi cinema probabilmente si perderanno dei posti di lavoro». Dopo quarant’anni, con l’avvento del digitale si chiude un’era, «ma io non sono stanco, l’ho sempre fatto per l’oratorio, e son contento così».
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