Casale Monferrato. (r.a.) A Casale Monferrato un incontro con i produttori risicoli piemontesi. Nel comparto l’Italia primeggia in Europa con 216 mila ettari coltivati nel 2013.
Si è tenuto venerdì 14 a Casale Monferrato presso la sala riunioni della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) un incontro con i produttori risicoli piemontesi.
L’importanza dell’iniziativa è stata rimarcata dal presidente di zona e vicepresidente regionale Gabriele Carenini che nell’aprire i lavori ha sottolineato che forse per la prima volta a livello locale due presidenti regionali (Giovanni Daghetta, Lombardia e Lodovico Actis Perinetto, Piemonte) si confrontavano su di un tema di grande importanza per l’economia agricola delle due regioni: il futuro della risicoltura Italiana.
Il responsabile della Cia di Casale, Germano Patrucco, ha quindi illustrato qual è la realtà alessandrina che vede quasi 200 aziende a coltivare 8600 ettari di riso, aziende che gestiscono un delicato equilibrio che è fatto di una rete fittissima di canali di irrigazione, che rappresentano le migliori realtà agricole della provincia, dal punto di vista delle superfici aziendali e della professionalità.
Giovanni Daghetta, che oltre ad essere stato chiamato recentemente a guidare la Cia della Lombardia come anche il collega piemontese, è presidente del gruppo consultivo riso dell’Unione Europea e in quella veste è intervenuto illustrando quanto è stato oggetto di negoziato nei mesi scorsi con la Commissione europea in preparazione alla riforma della Politica Agricola (PAC) che prenderà il via nel 2015. Con molta precisione ha illustrato quali sono le problematiche di un mercato del riso a livello mondiale diviso fra le l’aumento continuo dell’importazione a dazio zero e la necessità di salvaguardare un comparto che vede l’Italia primeggiare in Europa (216.000 ettari nel 2013), e le due regioni, Piemonte e Lombardia, rappresentare la quasi totalità della superficie investita.
Molti interventi, grande preoccupazione, ma la convinzione che la Cia farà di tutto perché i produttori possano anche nel futuro continuare a coltivare, è chiaro a tutti che sarà complicato, ma la strada da seguire, è stato evidenziato, non può passare che per l’aggregazione dei prodotto.
Nel chiudere l’incontro il presidente Piemontese Lodovico Actis Perinetto ha fra le altre cose ricordato che l’organizzazione ha nei giorni scorsi incontrato e sollecitato la Regione Piemonte ad inserire nei nascenti PSR misure che vadano nella direzione di salvaguardare una coltivazione economicamente fondamentale per la nostra realtà agricola.
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