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Quella rapina finita nel sangue a Tronzano nel novembre 1896

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Quella rapina finita nel sangue a Tronzano nel novembre 1896

TRONZANO Lo scorso anno Massimo Borro, docente al Liceo classico “Sella” di Biella, già assessore alla cultura del Comune di Tronzano e ora presidente della Biblioteca Civica, ha pubblicato Novembre 1896.Una tragedia tronzanese.

Nel piccolo volume lo studioso ricostruisce alla luce dei documenti, fonti d’archivio e giornali dell’epoca, una ferita inferta all’intera comunità di Tronzano. Nella notte tra il 19 e il 20 novembre 1896 tre malviventi forzano il cancello del cimitero, dove sorge la monumentale chiesa medioevale di San Pietro. Non riescono ad entrare nell’edificio sacro e si dirigono allora verso il campanile, in cui si trova l’abitazione del custode. Saliti con una scala trovata in loco vi si introducono, ma il tramestio risveglia Giuseppe Assone, sessantenne nativo di Santhià, e la moglie Maria Vaccagno, di 55. Egli scende armato di bastone e falcetto, quasi nell’oscurità, e si trova di fronte i tre. Viene ferito a morte a colpi di rivoltella (gli sparano cinque volte e due ledono i suoi organi) e così la moglie, appena sopraggiunta, viene colta da un proiettile. Due dei loro bambini, di 9 e 11 anni, assistono alla terribile scena ma riescono a salvarsi, così come gli altri figli che erano rimasti nella stanza da letto.

Il libro ricostruisce in serrati capitoli chi sono gli imputati e i fatti salienti delle indagini, seguite dal processo, scandito da interrogatori, testimonianze e arringhe.

Si giunge così alla sentenza, che vede i cugini Teobaldo e Benedetto Semenza, torinesi di origine bianzinese, il primo pregiudicato, condannati all’ergastolo, con cinque anni di segregazione cellulare, Francesco Pavia, garzone del primo, non ancora ventunenne, condannato a trent’anni con sorveglianza speciale più altri tre.

Nel 1901 l’area interna al campanile, teatro del duplice omicidio, viene dichiarata insalubre per l’insufficiente ricambio d’aria e non verrà più abitata.

Un allegato fotografico mostra i luoghi dove avvenne il fatto di sangue, la porta d’ingresso al campanile, la scala che collega quella che era la cucina al soppalco, la camera da letto, ed anche la cella campanaria, con i dettagli di una campana datata 1721.

Conclude lo studio “Frammenti di vita tronzanese”, che raccoglie alcuni articoli a contestualizzare la vita dei paesi del Vercellese nell’epoca umbertina.

L’autore, che nel 1991 aveva pubblicato sotto l’egida del Comune la biografia del filologo, orientalista e patriota tronzanese Giacomo Lignana, dedica i proventi del nuovo libro all’acquisto di testi e al potenziamento della struttura museale della Biblioteca di Tronzano.

Claudia Carra

Massimo Borro, Novembre 1896. Una tragedia tronzanese, 2013.

novembre 1896

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