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VERRUA SAVOIA: Quel faldone di storia verruese…

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VERRUA SAVOIA. (s.b.) Seminara e Hall hanno presentato il terzo Quaderno della Biblioteca

Giuli Hall ed Elo SeminaraNotizie sparse da uno strano e confuso faldone sarà il terzo Quaderno della biblioteca verruese; come avvenuto per i precedenti, la pubblicazione seguirà la presentazione, tenuta da Elo Seminara e Giuli Hall il 22 novembre. Il titolo prende lo spunto da una situazione reale dell’archivio storico, un raccoglitore che si presentava interessante giacché sul dorso recava la scritta “Feste nazionali dal 1905 al 1933”, sembrava una raccolta dei momenti importanti del paese, invece è una miscellanea di documenti vari. Si possono trovare alcuni episodi rilevanti sparsi nel tempo e poi una cronaca più puntuale del periodo 1923-28. È interessante la cronaca del secondo centenario dell’assedio di Verrua, celebrata nel 1905.

Passato sotto silenzio il primo, dato che il territorio all’epoca era francese, i verruesi si sono organizzati per il secondo, creando un comitato che ha curato la manifestazione del 9 aprile, a cui furono invitate autorità anche torinesi. Immancabile il pranzo di gala, di cui è riportato il menù, il costo e la quantità di vino per ciascun commensale, un litro. Anche i meno abbienti avevano festeggiato alcuni giorni prima grazie ad un pranzo di beneficenza. In parallelo i due ricercatori hanno vagliato i giornali dell’epoca per vedere quale risalto avesse avuto l’evento.

La Stampa gli aveva dedicato un trafiletto, ampio spazio invece era stato dato dalla Gazzetta del Popolo, che riportava nomi e gruppi presenti, utile integrazione alle scarse notizie verruesi. Il discorso d’apertura fu affidato al senatore Giovanni Faldella; tra il materiale rinvenuto una lettera del marchese Ottavio d’Invrea, proprietario della Fortezza, che concesse l’apertura al pubblico per l’occasione. Si passa poi al periodo fascista; di spicco il discorso di un commissario prefettizio, esempio di retorica e stile dell’epoca, che tra citazioni inimmaginabili, arriva a Mazzini, e paralleli arditi giunge a paragonare Verrua a Roma. Dai rilievi anagrafici, cari al regime, si possono trarre notizie e deduzioni che interessano anche il periodo successivo.

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