Domenica 10 giugno i livornesi saranno chiamati al voto per eleggere sindaco e Consiglio comunale, scegliendo tra “Unione per Livorno” (che ricandida il sindaco uscente) e “Cambiare si può”
Dopo cinque anni di monocolore, finalmente in Consiglio comunale a Livorno Ferraris tornerà ad esserci una minoranza. Sarà sicuramente eletta – di diritto, in quando candidata sindaca sconfitta – Chiara Barone, e sarà eletto – almeno, si spera – Antonio Tamburelli, l’unico della lista “Cambiare si può” che capisce di politica e che in questi anni, fuori dal palazzo, ha tentato di fare opposizione.
Quanto alla Barone, sarà forse un’ottima insegnante di zumba, ma in politica, purtroppo, in dieci anni non ne ha azzeccata una. Ricapitoliamo.
Nel 2011, dopo una consiliatura e mezza di amministrazioni comunali di destra, a Livorno c’è l’irripetibile occasione di girare il tavolo: il sindaco Masoero arrestato e dimesso, la destra groggy divisa in tre tronconi (Michelone, Sandra e Capizzi). A sinistra, la lista di Gian Franco Falchetti. E la Barone che fa? Anziché allearsi con Falchetti – di cui era collega in minoranza – mette in piedi un’altra lista, “Oro: onestà, rispetto, orgoglio”. Risultato: vince Michelone, con 9 voti in più di Falchetti: 645 a 636. E la lungimirante Barone, con i 352 voti della sua lista (e le sue 32 preferenze personali), regala il Comune alla destra e – trombata – resta a casa.
Due anni dopo, 2013, la Barone capisce finalmente qual è il suo partito: che diamine, è il Partito Democratico! In pochi mesi si fa eleggere segretaria di Circolo e – mettendo la sua lungimiranza e la sua perspicacia al servizio delle più alte istituzioni del Paese – si candida alle elezioni politiche, sperando di essere eletta alla Camera. Trombata anche stavolta, dopo qualche tempo – non prima di aver cacciato Falchetti, che nel frattempo è diventato solerte collaboratore della lista avversa – si segnala per come esce dal Pd, sbattendo la porta e dicendo peste e corna della classe dirigente del partito. Anche stavolta, insomma, aveva capito tutto.
Il sindaco uscente Stefano Corgnati, quindi, il 10 giugno vincerà alla stragrande: non tanto perché è bravo, ma sostanzialmente perché è furbo. E’ furbo ad ingraziarsi i giornalisti facendoli diventare “addetti stampa del Comune” (e quelli son contenti di fare i cani da riporto), è furbo a usare i soldi pubblici per guadagnarsi consenso presso gruppi e associazioni, è furbo ad intestarsi ogni festa e manifestazione che si faccia in paese: e in questo modo, dimostrandosi degno allievo di Masoero (che si è rovinato scivolando su una buccia di banana, ché altrimenti sarebbe ancora lì) ha consolidato intorno a sé un sistema di potere inattaccabile. Ma soprattutto Corgnati, superando il suo maestro, è stato furbissimo a coagulare intorno a sé tutti i possibili avversari: Capizzi (che dopo due mandati ora si ritira); Sandra (che ha preso come vicesindaco); Falchetti, consigliere da una vita. Pas d’ennemis: né à droite, né à gauche. E comunque vincerà perché, con un’avversaria del genere, perdere è impossibile.
Risultato elettorale scontato, insomma. La Barone, quindi, non perderà – male, con un divario enorme – le elezioni perché il Pd e Falchetti invitano a votare l’altro. No: le perderà perché Corgnati ha fatto in modo che alla stragrande maggioranza dei livornesi convenga rivotare lui; ma soprattutto le perderà perché lei, in politica, capisce cose e persone con qualche anno di ritardo. Ma stavolta, essendosi candidata a sindaco, è sicura di entrare in Consiglio. Almeno questo l’ha capito.
Umberto Lorini
* * *
La risposta di Chiara Barone, e la nostra replica punto per punto.
1. Seconda/terza riga: sicuramente verrò eletta, MOLTO PROBABILMENTE sarò in opposizione. Tu non puoi, ad oggi, avere alcuna certezza. Se così dovesse essere, chiamo in Prefettura e facciamo risparmiare i soldi per le elezioni. Riesci a dare anche qualche numero? Dai, almeno la percentuale…
• solitamente non faccio pronostici sull’esito delle elezioni. questa volta l’ho fatto perché penso di conoscere abbastanza bene gli umori dell’elettorato livornese. certezza? lunedì 11 vedremo se ci ho azzeccato o no.
2. Quarta/quinta riga: “Tamburelli è l’unico che ne capisce di politica”; essendo il più anziano, ha indubbiamente molta esperienza. Ma non conosci gli altri candidati. Quindi evita giudizi.
• questo non è un “dato”, è un’opinione. che – essendo, appunto, opinabile – i lettori sono liberi di condividere o meno.
3. Settima riga: “Sarà forse un’ottima insegnante di Zumba”. Mi spiace, ma anche in questo caso non hai le competenze per dirlo.
• me l’hanno riferito in parecchi/e, di Livorno e di altri paesi qui intorno; e – pur non praticando la disciplina – non ho motivo di dubitarne.
4. Ottava riga: non ne ho mai azzeccata una (ribadito più volte nell’articolo); È un tuo pensiero! Tu dovresti essere un giornalista, analizzando i dati in modo oggettivo. Altrimenti fai l’opinionista!
• si tratta chiaramente di un articolo di opinione: oltre al contenuto, anche il font usato per il titolo lo distingue graficamente dagli altri della pagina. opinione che ritengo suffragata dai fatti (gli esempi che cito, i “fatti” non smentiti).
5. Decima riga: “destra”. La lista Masoero era civica, così come lo sono state quasi tutte in passato (a memoria direi che l’unica non civica è stata quella del Movimento 5 Stelle). Stesso discorso vale per “sinistra” riportato nella riga dopo.
• nei nostri paesi – Livorno, Saluggia, Crescentino, Cigliano… – da decenni le liste sono formalmente tutte “civiche”, è raro che qualcuno usi simboli di partito. ma non facciamo i finti tonti: è innegabile che la lista Masoero fosse composta in buona parte da iscritti e simpatizzanti di Alleanza Nazionale e altri partiti di quell’area, così come è innegabile che nella lista Falchetti ci fossero parecchi candidati di area Pd, e che il Pd stesso – a livello di Federazione Provinciale – l’abbia supportata. a ‘sto giro, invece, il Pd (altro “fatto”, non smentibile) ha inviato una lettera dicendo di votare la lista Corgnati.
quindi non facciamo le anime belle, sappiamo benissimo che anche a livello locale i partiti intervengono nella formazione delle liste.
6. Quattordicesima riga: nel 2013 non metto in piedi nessuna lista. “Livorno Libera” nasce prima della lista di Falchetti e candidato a Sindaco era Tiozzo. Io ho deciso di farne parte perché ne condividevo spirito e programma. Non potevo allearmi a “qualcosa” che in quel momento non esisteva.
• qui parlano i numeri.
primo: le elezioni comunali di cui parlo sono quelle del 2011, non quelle del 2013;
secondo: fino a un mese prima delle elezioni, Barone e Falchetti erano nello stesso gruppo consiliare;
terzo: che – dopo l’arresto di Masoero e la fine anticipata della consiliatura – la sinistra avrebbe presentato una lista con candidato sindaco Falchetti (e consiglieri Maina, Paonessa, Salino, Tamburelli, ecc.) era noto fin da tre mesi prima delle elezioni, ma Barone decise di presentarsi in un’altra lista (“O.r.o. – Livorno Libera”);
quarto: a quelle elezioni la lista Falchetti è arrivata seconda con 636 voti, nove in meno della lista Michelone; nella lista “O.r.o” Chiara Barone ottenne 32 preferenze: se anziché contribuire a mettere in piedi un’altra lista fosse rimasta con gli ex compagni di gruppo, con i suoi voti (non necessariamente 32: anche solo 10) avrebbe fatto vincere la lista Falchetti. insomma: «l’operazione è stata Chiara».
7. Sedicesima riga: basta dare la colpa a me della sconfitta di Falchetti nel 2013! I Livornesi esprimono la loro preferenza verso altri amministratori dagli anni ’70! Era già colpa mia anche all’epoca? Fosse stato più forte, avrebbe vinto, con o senza di me.
• qui si sta parlando delle elezioni del 2011 (un anno politicamente drammatico per il Comune di Livorno), non di quelle degli anni ’70. e nel 2011 è accaduto – esattamente, aritmeticamente – quel che ho spiegato al punto precedente.
8. Diciottesima riga: NON mi faccio eleggere, MI eleggono a maggioranza dei presenti, tra l’altro unica candidata disposta a “prendersi” la responsabilità di un circolo a pezzi. Perché non proporre un altro candidato più capace?
• una la eleggono se si candida. non è che glielo ordina il medico. e se sale sulla bici, poi deve pedalare.
9. Ventesima riga: non ho mai sperato di essere eletta parlamentare. Dovresti sapere che la mia posizione era matematicamente ineleggibile. Ho fatto delle primarie che ho vinto e ho semplicemente continuato il percorso.
• anche qui: se una si candida alle primarie per le liste della Camera, evidentemente è perché spera di andare alla Camera; (poi magari la mettono in coda di lista, e amen); se invece vuol partecipare a Miss Italia, partecipa alle selezioni di Miss Italia. non è che i candidati – né al Pd, né a Miss Italia – li estraggano a sorte a loro insaputa.
10. Ventiduesima riga: non ho cacciato nessuno. Falchetti non ha più rinnovato la sua tessera e di sua spontanea volontà non ha più partecipato agli incontri, nonostante i numerosi inviti.
• tiriamo fuori i comunicati del Circolo Pd a segreteria Barone nei confronti di Falchetti? non è che fossero proprio i volantini della San Vincenzo…
11. Ventiquattresima riga: non dico peste e corna della classe dirigente PD. Ammetto di non condividere le linee di un partito che vedo “cambiato”. Sono coerente e me ne vado. Un comportamento a mio avviso più responsabile di quello di coloro che rimangono al suo interno creando una “corrente” o sparando a zero sui loro “colleghi/compagni” o chiamali come meglio credi.
• facciamo così: pubblichiamo il comunicato relativo all’abbandono del Pd da parte di Chiara Barone, così risulta chiaro a tutti com’è andata?
su chi è rimasto nel partito (e come si comporta) non ho scritto nulla, e quindi non ho nulla da replicare.
12. “Con un’avversaria del genere…”, VERGOGNATI! Sto mettendo a disposizione del MIO PAESE energie, tempo e soldi. Le persone che hanno ancora voglia di mettersi in gioco sono comunque da apprezzare per il loro impegno.
• excusatio non petita: nessuno ha messo in discussione l’impegno. semplicemente, ribadisco quel che ho scritto: Corgnati «vincerà perché, con un’avversaria del genere, perdere è impossibile». lunedì 11 giugno ci risentiamo.
13. (Discutibile il “sindacA” – ma su questo dibatte anche l’Accademia della Crusca; LA Barone, espressione dialettale usata qui in senso dispregiativo, e TROMBATA, termine poco elegante spesso utilizzato al maschile, che anche in questo caso viene utilizzato in senso dispregiativo… o forse sta ad indicare cosa avresti voluto fare nei tuoi sogni proibiti!)
• come abbiamo sempre scritto «la Jotti», «la Boldrini», «la Lorenzin», «la Meloni» ecc., scriviamo «la Barone», senza alcun senso dispregiativo.
quanto a “trombata/o”, il dizionario dà come prima definizione “chi non è stato eletto in una consultazione elettorale”: che è esattamente ciò che è avvenuto alla Barone nel 2011 e nel 2013. se poi qualcuno ci vuol leggere altri significati… omnia munda mundis.
14. 1500 letture? Poche! Spero lo leggano in 10.000! “Nel bene o nel male purché se ne parli”.
• alle 17 di oggi siamo ad oltre 2000 letture. probabilmente – che piaccia o no – è l’articolo più letto a Livorno Ferraris da qualche anno a questa parte. se qualcuno rosica perché i suoi non li leggono nemmeno in 20, peggio per lui.
15. Ovviamente le frasi altrettanto poco eleganti su Stefano e Renzo Masoero le commenteranno loro, se lo riterranno opportuno.
• siamo qui apposta. con un avvertimento: sulle opinioni si può discutere, sui fatti no.
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