
CRESCENTINO. Enrico Tizianello, crescentinese di adozione, scrisse nel 2009 Una storia qualunque, ovvero la sua, raccontando al lettore all’incirca quattro decenni di esistenza. Nel 2013 è uscito il seguito, La genetica non è chinotto.
La scrittura brilla per ironia, ma non ottimismo: pare una formula di difficile applicazione, come si fa ad essere ironici e pessimisti, possedere la sensibilità di un artista e la mente di un illuminista? Il nostro ci riesce, così ci si ricollega al libro precedente attraverso un legame affettivo che è purtroppo declinato, con tutte le conseguenze del caso, dai litigi al trasloco, dalla rabbia alla solitudine. Non manca la solita acutezza visiva della sfortuna, che volendo dimostrare a Tizianello il suo attaccamento anche quando amici e conoscenti si dileguano, ecco la cassa integrazione, la malattia della madre, le delusioni artistiche.
Ogni tanto però spunta un fiore. Una passaggio radiofonico di una canzone, un concerto nel paese vicino e «intorno a me non esisteva più niente e io fissavo rapito quel cantante che era in toto l’immagine di cosa, chi e come avrei voluto essere io», capelli lungi, voce particolare, abbigliamento hippy: così conosce Augusto Daolio, leader storico dei Nomadi.
Anche nel giardino di casa ci sono novità, all’orizzonte sentimentale compare Gabriella, forte, dolce e pronta a condividere il fardello di ansie e cataclismi che si abbattono sul protagonista, oltre ad essere pittrice (la copertina è tratta da una sua opera). In realtà Tizianello trova sempre una soluzione ai problemi, dal corso per restauratore all’alloggio in cui ospitare i genitori, dal mezzo pubblico con cui tornare a casa ad una sistemazione per gatta e cinque gattini, ma ciò che rimane sospesa è la risposta alla domanda “perché succede a me?”, quesito che fa scattare l’affinità coi lettori.
Il pensiero si rivolge quindi ai ricordi, un po’ perché era davvero meglio, gli anni Ottanta con le speranze e la gioventù, accoppiata sempre vincente, un po’ perché fanno da filtro al presente. «Il passato è spesso il luogo delle risposte», scrive Sonia Soave nella prefazione, che con molta originalità è stata affidata alla sua psicologa.
Anche in questo secondo lavoro Tizianello segue più il filo dell’ispirazione che quello cronologico, dando così più senso che linearità allo scritto; sarà solo alla fine che si capirà il titolo, affermazione che pone in parallelo la sua vita con quella del padre. Più d’uno i punti di contatto, quasi a dimostrare che la genetica «sconfina in quello che è il campo strettamente legato al destino».
Silvia Baratto
Enrico Tizianello, La genetica non è chinotto, Giraldi Editore, 2013, 11,50 euro.
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