ROMA. (u.l.) I trasporti delle barre verso La Hague si sono interrotti.
Nel corso dell’audizione parlamentare del 30 ottobre scorso presso le Commissioni VIII e X della Camera dei Deputati, fra gli altri argomenti i rappresentanti di Ispra hanno relazionato anche sulla situazione del combustibile irraggiato proveniente dalle centrali nucleari italiane. «Il combustibile nucleare irraggiato derivante dall’esercizio delle centrali nucleari – hanno detto – è in gran parte (circa 1630 tonnellate) stato trasferito negli anni passati nel Regno Unito. Nel 2006 è stato stipulato un accordo intergovernativo con la Francia per il riprocessamento delle 235 tonnellate restanti (190 nella centrale di Caorso e 45 nel Deposito Avogadro di Saluggia e nella Centrale di Trino).
Tale accordo prevede il completamento delle operazioni di trasferimento entro il 2015 ed il rientro dei residui in Italia tra il 2020 ed il 2025. Va detto che a seguito del complesso delle operazioni di riprocessamento all’estero dovranno rientrare in Italia alcune decine di metri cubi di rifiuti condizionati ad alta attività. Nell’ambito dell’accordo con la Francia è stato completato nel 2010 il trasferimento delle 190 tonnellate di Caorso. Ad oggi risultano ancora da trasferire circa 30 tonnellate».
Il programma, però, «è attualmente sospeso per il diniego espresso dalle autorità francesi al trasferimento dei rimanenti quantitativi in relazione, da un lato, all’assenza di una specifica autorizzazione per l’impianto di ricezione di La Hague a trattare il combustibile ad ossidi misti presente nel Deposito Avogadro, e dall’altro, ed è quello più importante, sul piano più politico, alla necessità, sempre da parte francese, di avere evidenza di concreti progressi in merito alla realizzazione del Deposito Nazionale, destinato a ricevere i residui derivanti dalle operazioni di ritrattamento».
Nella foto: Un convoglio con i cask di barre radioattive fermo alla stazione di Vercelli.
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