CIGLIANO. (c.car.) «Vita banale: lavoro, matrimonio, fi gli, divorzio, hobby e (in un amen) ecco arrivata la stagione dell’attesa. L’attesa della morte. Mentre aspetto però vorrei raccontarti quella parte della mia vita non determinata da nessuna cultura e da nessun altro essere umano. Parlo della mia parte onirica.
Quella che Freud ha defi nito come il deposito del nostro es. Ed è proprio da quel deposito, che sta determinando la mia fi losofi a di vita, che voglio riportare alla luce offuscante della realtà qualche sogno e raccontartelo, nella speranza (lasciami sperare) di crearti qualche dubbio per quel che riguarda appunto il senso della vita».
Così si apre la premessa di Racconti onirici, la più recente opera di Ermes Zena, ciglianese di origine emiliana la cui produzione letteraria è cominciata nel 2005, con una raccolta di poesie, Pensieri poetici, seguita da una di aforismi e da un testo teatrale.
Al termine degli anni dell’attività lavorativa, durante la quale gli è sempre stata fedele compagna la lettura, l’autore si è dedicato così ad esplorare l’animo umano nelle sue diverse declinazioni.
Questi Racconti onirici si ambientano nei luoghi della vita quotidiana che tutti conosciamo: il bar, la strada, la campagna, i palazzi, le case dove prendono vita i protagonisti, che la lente del sogno non deforma ma illumina di squarci di possibilità inattese, percorse dalla voce narrante in prima persona o, come nel racconto lungo a chiusura del volume, Una strana storia d’amore tra sogno e realtà, ricostruite da un punto di vista esterno.
L’espediente narrativo e psicologico della sospensione della realtà dà agio a Zena di toccare i due poli opposti: vedere vividamente selvaggi con lance nelle nostre campagne e parole che dialogano tra l’erba di un prato o diventare il rigorista della partita più importante del mondo fa saltare le consequenzialità rigide della razionalità e mette così meglio a fuoco in condizioni più estreme temi importanti della vita, scrupoli e domande che si agitano dentro all’uomo.
I racconti si concludono con un epilogo che commenta con il senno della veglia l’argomento del “sogno” precedente: la comunicazione e la sua etica, il calcio come metafora degli interessi contrapposti all’onestà, l’amicizia, sentimento profondo che può lasciare spazio al desiderio di dominio sull’altro, l’erotismo e la trasgressione, l’amore desiderato, i limiti della giustizia umana e l’immaginata superiorità sull’altro, che da preteso carnefi ce diventa vittima, o ancora l’uomo di fronte alla malattia e ad uno scambio cinico…
Ermes Zena, Racconti onirici, Kimerik, 2009, 12 euro.
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