Moncrivello. (v.l.) Due lutti nella comunità moncrivellese.
È mancato Giuseppe Santià, detto “Meru” o “Giuspin”. Aveva 98 anni, ormai vicinissimo ai 99, ed ha lasciato figli, nipoti e pronipoti. I funerali si sono celebrati lo scorso giovedì in una chiesa parrocchiale gremita. È intervenuto Domenico Ariagno soprannominato “Nuccio”, veterano della seconda guerra mondiale e storico esponente della sezione moncrivellese dell’Associazione Combattenti e Reduci, che ha ricordato la figura del defunto. Giuseppe Santià era stato un bersagliere che aveva combattuto nella seconda guerra mondiale ed era stato ferito in Albania, rimanendo invalido. Nella circostanza furono coinvolti tre militari moncrivellesi: Giovanni Pissinis, che fu colpito a morte; Pietro Regis, che fu ferito al collo; appunto Giuseppe Santià, che rimase invalido per le conseguenze delle ferite. Nonostante le mutilazioni subite con l’amputazione della gamba destra e d’alcune dita d’una mano, egli aveva esercitato la professione d’agricoltore e poi di messo comunale. Nelle memorie personali di Santià, raccolte da Ariagno, si palesano le difficoltà che egli aveva dovuto superare: «Avevo vissuto un vero e proprio calvario eppure dovevo ritornare alla vita, ricostruirmi una nuova identità e stabilità morale e spirituale, ero ancora giovane e non potevo abbattermi. Certo i primi tempi sono stati difficilissimi, ma con molta pazienza e sopportazione incominciai a vivere la mia nuova vita cercando di cancellare i pensieri orribili della guerra.».
Nell’attività in Municipio, svolta per vent’anni, aveva ottenuto grande stima e popolarità nel paese, grazie alla sua disponibilità, correttezza e senso del dovere. Il Comune ha partecipato al lutto, con propri rappresentanti durante le esequie ed una pubblica dichiarazione di cordoglio esposta a nome del sindaco Giovanni Carlino, dell’Amministrazione comunale, del segretario e di tutti i dipendenti.
Santià era conosciuto ed apprezzato a Moncrivello anche per la sua voce, potente ed armoniosa, e le sue doti di cantante lirico. Era stato un egregio allievo del maestro Augusto Regis, famoso musicista moncrivellese, ed era ricordato in paese per la bravura di cui aveva dato prova molte volte interpretando l’Ave Maria di Schubert.
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È mancato all’età di 95 anni anche Carlo del Carretto, il marchese di Gorzegno e di Moncrivello, ultimo membro della nobile famiglia a possedere il castello.
Il casato nobiliare dei Del Carretto di Gorzegno e di Moncrivello ha avuto un’origine aleramica. Quella degli Aleràmici è una celebre famiglia marchionale, che discende dal capostipite Aleramo, che ebbe riconosciuta la dignità marchionale ossia di marchese da re ed imperatori e morì poco prima dell’anno Mille; da Aleramo derivano varie famiglie nobili liguri e piemontesi.
Il Castello moncrivellese venne acquistato dai Del Carretto nel 1692, in seguito al matrimonio di Francesco Giovanni Tommaso Del Carretto con la marchesa Loardi, vedova del conte Carlo Roero. Da quel momento i Del Carretto entrarono nella storia del paese: la famiglia si insediò nel castello e vi rimase fino al 1825, quando un incendio distrusse gran parte della struttura. Gli antichi locali, ormai inagibili, vennero abbandonati e i Del Carretto si stabilirono nella villa che si trovava all’estremità del parco (ora l’edificio si trova nella proprietà delle suore di Loreto). Carlo fu l’ultimo membro della famiglia a possedere il castello: nel 1972 vendette la proprietà per stabilirsi in un’altra casa del paese, dove si è spento.
Lascia la moglie Clelia Rivetti, il figlio Aleramo e il nipote Carlo Gustavo. Il rosario è stato recitato sabato 22 nella chiesa di San Francesco, mentre i funerali si sono svolti il giorno successivo partendo dalla sala ducale del Castello. Il feretro del marchese Carlo del Carretto è stato deposto nella tomba di famiglia del camposanto locale.
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