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Livorno Ferraris: in pochi alle urne, Corgnati rivince facile

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Livorno Ferraris: in pochi alle urne, Corgnati rivince facile

Poco più di duemila elettori al voto su oltre 3500 aventi diritto. Il sindaco uscente viene confermato solo grazie alla presenza di un’altra lista

LIVORNO FERRARIS. Tutto come previsto. Alle elezioni comunali i livornesi confermano il sindaco uscente Stefano Corgnati, alla guida della lista “Unione per Livorno”, con oltre il 76% dei voti, e il suo vicesindaco Franco Sandra, che fa il pieno di consensi con 344 preferenze. Superano quota 100 anche Mara Bianchetti e Giovanni Vercellotti. Scarsa, però, l’affluenza alle urne: sono andati a votare solo 2099 livornesi, poco più del 58% degli aventi diritto. La lista di Corgnati ha ottenuto 1554 voti, 241 in più rispetto al 2013 quando però le liste in campo erano tre (c’era anche il Movimento 5 Stelle).
All’altra lista, “Cambiare si può” di Chiara Barone (ex Pd), sono rimaste le briciole: 481 voti, comunque suffi cienti per entrare in Consiglio a far da minoranza. Con la candidata sindaca – non scriviamo “trombata” perché, a quanto si legge sui social, in molti a Livorno capiscono male – diventano consiglieri Antonio Tamburelli (che ha portato un centinaio di voti, altrimenti sarebbe stato un disastro), Elia Demin e Giuseppe Posca: fuori tutti gli altri.
Da rilevare che la somma delle preferenze ottenute da quattro candidati della lista Barone (Roberta Paula Mirica 5, Elisa Cavanna e Maura Cerrano 4, Vittorio Montagono 0) è inferiore a quelle dell’ultima in graduatoria della lista Corgnati (Marianela Aldana Iorio, 26). Ma comunque la differenza tra le forze in campo risultava evidente, era chiaro che non ci sarebbe stata storia.

E anche stavolta la Barone è riuscita a favorire la destra
La riconoscenza del centrodestra livornese va, anche stavolta, a Chiara Barone. Che già nel 2011 – come abbiamo ricordato qualche settimana fa, attirandoci gli insulti di decine di frequentatori di social network di cui nemmeno uno che sia stato in grado di smentire il dato – dirottando le sue 32 preferenze sulla lista “O.r.o.” a scapito di quella di Gianfranco Falchetti, Antonio Tamburelli, Francesco Paonessa, Mauro Salino ecc., consegnò la vittoria (per soli 9 voti) alla lista di Marco Michelone e Giovanni Vercellotti. Sette anni dopo, ci risiamo. A queste consultazioni gli aventi diritto al voto erano 3585. Se si fosse presentata una sola lista – quella di Stefano Corgnati, da tempo ampiamente annunciata – la rielezione del sindaco uscente sarebbe stata ottenuta solo se almeno 1793 elettori (il 50%+1) si fossero presentati alle urne. Ebbene: la lista “Unione per Livorno” di Corgnati ha ottenuto 1554 voti. Aggiungiamo pure le 64 tra bianche e nulle: si arriva a quota 1618. Quindi Corgnati, in caso di presentazione della sua sola lista, non sarebbe stato eletto sindaco, perché non avrebbe raggiunto il quorum. Per sua fortuna c’è Chiara Barone, che ha portato alle urne altre 481 persone permettendo di superare la quota del 50%+1. Tanto valeva, allora, chiamare la lista “Confermare Corgnati si può”. E infatti quella vecchia volpe di Renzo Masoero, eminenza grigia della destra livornese, l’ha subito ringraziata: «Buon lavoro a te e alla tua squadra Chiara. Mettere l’interesse del nostro paese e dei livornesi al primo posto, poi pur con visioni diverse si può comunque contribuire alla crescita di Livorno». Di sicuro ha contribuito all’elezione di Corgnati, che altrimenti oggi non sarebbe sindaco ma – non avendo il consenso di almeno la metà dei livornesi – avrebbe dovuto cedere la poltrona a un commissario.

Umberto Lorini

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