Vercelli. (r.e.) La crisi che dal 2009 ha colpito l’economia continua ad essere ancora percepita come ben presente, anche se qualche spiraglio di luce si può intravvedere. Rimane comunque ancora molta strada da fare per tornare ai livelli occupazionali e produttivi di qualche anno fa. E’ quanto emerge dalla seconda indagine trimestrale di Confartigianato Imprese Piemonte.
Per quanto riguarda la produzione totale il saldo è negativo, ma si attenua leggermente passando dal –26,38% al –26,15%. Anche i nuovi ordini registrano una modesta riduzione della negatività del saldo, che rimane comunque fortemente passivo: dal –72,94% al –71,19%.
Le stime di carnet ordini superiore ai tre mesi si confermano sullo 0,00%, evidenziando le diffuse difficoltà di programmare un’attività che vada oltre il momento contingente. In merito ai nuovi ordini per esportazioni la negatività del saldo si riduce, passando dal precedente –11,01% al –8,44%.
Le previsioni d’investimenti per ampliamenti, come pure per sostituzioni, si posizionano sullo 0,00% come nei due trimestri precedenti. Coloro che prevedono incassi regolari salgono dal 30,50% al 32,12%; le previsioni di ritardi scendono dal 67,43% al 66,06%.
Sul fronte dell’andamento occupazionale la negatività del saldo si attenua lievemente, passando dal –2,29% al –1,99%.
«Sull’andamento dell’occupazione – commenta Giuseppe Misia, direttore di Confartigianato Vercelli – pesa il costo del lavoro. Il Governo deve assumere misure che riducano con equità il cuneo fiscale consentendo anche alle piccole imprese di recuperare competitività.
In particolare per quanto riguarda l’assunzione dei giovani, la propensione tradizionale dell’artigianato ad utilizzare l’apprendistato è stata gravemente compromessa dai maggiori costi e vincoli introdotti dalla riforma Fornero e dalle incertezze applicative provocate dalle tre riforme succedutesi tra il 2011 ed il 2013».
«L’enunciazione di pagare entro il 2014 i debiti delle Pubbliche Amministrazioni nei confronti delle imprese – prosegue Misia – è ottima, ma per realizzarla concretamente, superando la farraginosità e le lentezze burocratiche, occorre avere il coraggio di adottare la compensazione secca, diretta ed universale tra crediti e debiti verso la Pubblica Amministrazione. A maggio si voterà in molti comuni della nostra provincia, compreso il capoluogo Vercelli, e ci attendiamo dai futuri amministratori una politica rivolta al contenimento della pressione fiscale locale per evitare un ulteriore incremento costante e pervasivo che si sta delineando dal “federalismo fiscale” ».
«Anche a livello piemontese ci si attende dalle consultazioni elettorali di fine maggio un Governo regionale in grado di rispondere al meglio, per quanto di sua competenza, alle esigenze del mondo produttivo ed in particolare dell’artigianato».
«Gli enti locali e le associazioni datoriali – conclude Misia – con il progetto Fabbrica Vercelli hanno dato un segnale importante, tangibile di sensibilizzazione nei confronti delle imprese del territorio e delle persone in cerca di occupazione stanziando un milione di euro per il progetto che produrrà a cascata impulsi positivi sia sul fronte occupazionale sia di attenzione alle esigenze delle aziende».
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