Cigliano. Domenica scorsa la rievocazione organizzata dal Circolo Acli “San Rocco”.
Foto: Una bancarella di dolciumi.
Si è svolta domenica 9 marzo la 10a edizione della “Rievocazione delle antiche tradizioni contadine nei forni dei Ronchi”, organizzata dal Circolo ricreativo Acli “San Rocco” dei Ronchi con il patrocinio del Comune. La giornata si è aperta con il consueto pranzo sociale di mezzogiorno, svoltosi all’interno dello spazioso capannone del circolo della frazione sulla base d’un menu costituito da ricette contadine del territorio. Quest’anno offriva salame e salame di patata e lardo, galantina, peperoni in bagna cauda, fagioli con cotiche, polenta, siula e galat (polenta cipolla e pollo) ed infine mele ripiene.
Nel pomeriggio si è poi aperto il vero e proprio percorso di “Rievocazione delle antiche tradizioni contadine nei forni dei Ronchi”. Esso ha avuto una partecipazione corale da parte dei runchin, poiché consisteva in una serie di postazioni ed esposizioni collocate per tutto l’abitato ed aveva praticamente la collaborazione dell’intera frazione. Percorrendo la via principale dei Ronchi a partire dalla sede del circolo Acli, si trovavano in successione i diversi punti espositivi.
Il primo era il Forno centrale, presso il quale si spiegava la preparazione dei salumi da conservare nel corso dell’anno, con lavorazione diretta su un grosso tavolo ligneo da parte dei macellai. Accanto trovava posto un’altra tavolata presso cui si potevano assaggiare i fagioli della pignatta, la sieta ed i foï ad pan al rusmarin. Su un muro vicino campeggiava una grande raccolta di proverbi popolari in piemontese.
Seguiva poi una postazione in cui erano esposti molti e raffinati lavori in ferro battuto, che comprendevano oggetti d’ogni tipo, dalle statuette metalliche raffiguranti animali (fra cui molti uccelli) alle armi bianche quali le spade.
Lungo via Saluggia, che conduce al rispettivo Forno, si trovavano la rappresentazione pratica della lavorazione del granoturco come avveniva un tempo, il falegname con i suoi prodotti, un’esposizione di quadri ed una tavola in cui si distribuivano dolci a base di caffè e cioccolato oppure limone. Dinanzi al Forno vero e proprio si procedeva invece alla preparazione di manici lignei di strumenti agricoli secondo la tecnica tradizionale, che prevedeva proprio il ricorso al calore del fuoco prima di procedere alla scortecciatura ed alle fasi successive di lavorazione.
Successivamente s’incontravano molte postazioni presso la chiesa di San Rocco. Accanto ad alcuni espositori di vari prodotti c’erano una cantina installata per il ristoro dei visitatori, un fabbro che lavorava il ferro con strumenti tradizionali ed a mano, una signora che esponeva i suoi coloratissimi lavori creati con l’arte del patchwork e la lavorazione dei ciabot, una raccolta di quadri proprio dinanzi all’ingresso dell’edificio religioso, una ricostruzione d’una stalla d’un tempo con le attività che in passato si svolgevano al suo interno, come la filatura e la preparazione del burro. Poco oltre nell’abitato si cucinavano calde frittelle di mele, preparate sul posto.
Seguiva poi il Forno del Valentino, che offriva pane e grissini cotti proprio in questo forno a legna, assieme a pizze, focacce ed altri prodotti analoghi. Infine presso il Forno “d’la Orsola”, proprio sul limitare della frazione Ronchi, erano cotte e distribuite le cosiddette ansente, specie di antesignane delle brioches del mondo rurale piemontese. La giornata calda e luminosa ha fornito il miglior contesto ambientale alla manifestazione.
Marco Vigna
Nelle foto:
- sopra: Una bancarella di dolciumi
- sotto, nell’ordine: Si cucinano dolci golosità; La cottura delle frittelle di mele; La preparazione dei salumi;
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