La piazza di Sant’Antonino come via Lusani, come l’abortita “bretella Pedrantoni”, come il piazzale dell’ex Quaglino: in Municipio si decide senza chiedere il parere dei cittadini. «Giudicheranno dopo», dice l’assessore Farinelli.
SALUGGIA (u.l.) – La Pro Loco di Sant’Antonino, attraverso i suoi membri Flavio Bruzzesi e Marco Bosio, ha fatto sapere di non essere favorevole «al fatto che l’Amministrazione abbia provveduto a tagliare i tre alberi che erano stati piantati più di 25 anni fa. Di questa scelta non hanno mai interpellato la nostra associazione che utilizza quell’area». Bruzzesi e Bosio aggiungono: «Non siamo mai stati interpellati, non abbiamo mai chiesto di abbatterli per avere spazi durante le manifestazioni che organizziamo».
L’argomento è la “riqualificazione” della piazza della frazione. Il progetto prevedeva l’abbattimento di tre tigli e la distruzione di un’aiuola su un lato della piazza. La Commissione Ambiente del Comune – e non solo le associazioni ambientaliste, come erroneamente scrivono altri – ha chiesto all’Amministrazione di rivedere il progetto (ne abbiamo parlato qui), e per tutta risposta 24 ore più tardi i tigli sono stati abbattuti.
Ora: perché la Pro Loco interviene ora, e chi è stato a dire che la motivazione dell’abbattimento delle piante sta nella necessità di avere più spazio in piazza per installare i padiglioni delle feste? C’è scritto nel progetto? No. L’ha dichiarato il sindaco o qualche assessore? No. A sostenerlo è, su un social network, il geometra Emanuele Fiorito. Che non è né un amministratore né un funzionario del Comune di Saluggia: è membro – nominato dalla responsabile dell’ufficio tecnico lavori pubblici, Ombretta Perolio – della commissione giudicatrice della Stazione Unica Appaltante, l’organo che assegna gli appalti alle ditte. Evidentemente il suo incarico comporta anche il compito di spiegare, a posteriori, ai saluggesi – visto che amministratori e funzionari non lo fanno – il motivo di certe scelte.
En passant, va detto che la richiesta a sindaco e Giunta di convocare un’assemblea a Sant’Antonino per illustrare il progetto di riqualificazione della piazza – ed eventualmente chiedere pareri – era stata formulata già l’anno scorso da un consigliere di minoranza, Fabio Pistan del gruppo “Per Saluggia”. Ma «non riteniamo che sia il caso», gli hanno risposto.
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Nulla di nuovo, comunque: a Saluggia, per i lavori pubblici, la prassi è questa. Sindaco e Giunta decidono (di rifare via Lusani in quel modo, di commissionare un progetto sull’area Pedrantoni prima ancora di aver acquisito l’area, di lastricare il piazzale ex Quaglino), l’ufficio tecnico affida gli incarichi, l’opera si fa (o a volte non si fa, ma intanto si è pagato il progettista). «Se poi i cittadini saranno contenti di quel che abbiamo realizzato – ha spiegato più volte l’assessore Libero Farinelli – alle prossime elezioni ci rivoteranno, altrimenti voteranno qualcun altro». Parlarne prima – in Consiglio, in commissione, in assemblea – assolutamente no.
da la Gazzetta del 15 giugno 2016:
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