In Consiglio comunale si levano, da più parti, voci a favore del riacquisto del servizio e del relativo ramo d’azienda: «l’acqua deve essere pubblica». Ma il sindaco Forte e l’assessore Coppo frenano: prima vediamo quanto costa e cosa comporta
VERCELLI. Nel corso del 2015 il Consiglio comunale aveva deliberato, con 14 voti favorevoli (fra cui quelli di Mariapia Massa, Remo Bassini, Paolo Campominosi, Manuela Naso e Giordano Tosi), di cedere la maggioranza della società Atena spa – fino a quel momento detenuta dal Comune – al partner privato, Iren. Condividendo le Linee Guida del piano industriale predisposto dal consiglio d’amministrazione della società, ma non avendo “disponibilità di risorse economiche per poter sottoscrivere l’aumento di capitale necessario alla realizzazione delle Linee Guida stesse”, il 17 dicembre 2015 il Consiglio comunale decise di cedere il diritto di opzione relativo all’aumento di capitale e di cedere il 7,97% del capitale sociale, riducendo così la propria partecipazione azionaria, ma – si scrisse allora in delibera – “nella certezza che i propri diritti di socio non sono modificati dalla minore partecipazione alla società”.
Vendita o svendita?
Sulla cessione delle quote («vendita» o «svendita») a Iren e sui rapporti Comune-Atena non sono mancate, nell’ultimo anno e mezzo, prese di posizione di consiglieri e gruppi politici, e conseguenti repliche da Palazzo Civico. L’ultima in ordine di tempo è quella dell’assessore di ritorno (dimissionario e poi tornato) al bilancio Andrea Coppo, che ha precisato: «A fronte di una riduzione del patrimonio di 10 milioni di euro, da 62 a 52, il Comune ha incassato 14,3 milioni di euro; è forse una svendita?». Coppo sottolinea inoltre che «l’amministratore delegato era espressione di Iren anche prima dell’operazione», e che comunque «con Iren al 60% e il Comune al 40, nessuno dei due soci ha la maggioranza qualificata valida per l’assemblea straordinaria, la modifica dello statuto, dei patti parasociali e per ogni altra operazione rilevante». Comune socio di minoranza, quindi, ma non ininfluente.
Secondo il consigliere comunale Alessandro Stecco (Lega Nord), invece, «il Comune non controlla più Atena» e «ha pochissima voce in capitolo»: «i nostri esperti del Dipartimento Ambiente coordinato da Gian Carlo Locarni stanno dimostrando i nefasti effetti già tangibili a soli due anni del passaggio del Comune a semplice socio di minoranza».
La clausola nei patti parasociali
Nella delibera – ricorda Mariapia Massa – venne inserito un preciso riferimento a una clausola inserita nei patti parasociali: “la peculiarità e importanza del servizio idrico, attualmente gestito da Atena spa, ha indotto l’Amministrazione comunale a prevedere una specifica disciplina che prevede per l’Amministrazione stessa (o per altro ente pubblico) il diritto, al termine dell’affidamento in corso, di acquisto del ramo di azienda organizzato per l’espletamento del servizio medesimo”.
Il Comune si è quindi riservato la possibilità, nei sei mesi precedenti la scadenza dei patti (di durata quinquennale, e quindi nel 2020), di riacquistare – in proprio o mediante altro soggetto pubblico – il servizio idrico nella sua totalità, e quindi “la convenzione, tutti i rapporti contrattuali attivi e passivi, tutti i debiti e passività, e il personale diretto e indiretto impiegato nella gestione del servizio che dovrà essere preso in cariuco dal Comune, i beni e le infrastrutture realizzate da Atena e le ulteriori voci previste dalle norme tariffarie vigenti”.
In buona fede
Una rete, quella idrica, che si estende per 451 chilometri di cui 185 nella sola città di Vercelli, e che serve circa 27 mila utenze.
Il riacquisto del servizio idrico da parte del Comune è quindi possibile, ma a che prezzo? “Ad un prezzo che sarà definito in buona fede tra le parti, tenuto conto delle disposizioni dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico che saranno vigenti in materia e della durata residua della convenzione”.
Stecco: la Lega è favorevole al riacquisto
Nel mese di agosto l’ipotesi del riacquisto del servizio idrico ha costituito il principale tema di numerose dichiarazioni di esponenti politici cittadini. Già il 4 agosto Alessandro Stecco della Lega Nord ha proposto di avviare «un percorso che porti ad un’analisi condivisa con tutte le forze politiche vercellesi, dopo accurata analisi di costi e benefici, sul riacquisto della totalità della rete di distribuzione dell’acqua».
Stecco si spinge anche più in là, chiedendo «che si stabilisca il senso di proseguire con questa quota di partecipazione del Comune al 40% di Atena, che non serve a granché per quello che abbiamo visto in questi due anni dato che quello che era nel mandato elettorale di Maura Forte si è verificato: il controllo di Iren della multiutility vercellese». La Lega mette quindi in discussione il senso stesso della presenza del Comune in Atena.
Campominosi: Brusco convochi la Commissione
Una ventina di giorni più tardi è stato Paolo Campominosi, consigliere – seppur ultimamente critico – di maggioranza, a rilanciare: «E’ mio parere che l’Amministrazione debba fare il possibile per esercitare l’opzione di riacquisto, così come previsto dai patti parasociali. Per fare ciò sarà necessario uno sforzo univoco del Consiglio comunale, affinche si dia il la, quanto prima, a questo processo. Augurandomi di poter approfondire la questione con tutta la maggioranza, appena rientrati dalle ferie estive, invito il sindaco ed il presidente Adriano Brusco a convocare con la massima urgenza una riunione della prima Commissione consiliare, nella quale l’assessore al bilancio ed alle partecipate possa relazionare circa le modalità e le tempistiche per l’avvio dell’istruttoria. Tutto questo per dare massima pubblicità e trasparenza ad un’operazione che potrebbe rivelarsi tra le più importanti dell’ultimo ventennio per la nostra città».
Brusco, chiamato in causa, replica: «si andrà in Commissione quando l’argomento verrà inserito all’ordine del giorno del Consiglio comunale».
La mozione di Lega Nord e Forza Italia
Alle dichiarazioni sono seguiti gli atti. Il 23 agosto i consiglieri Stecco (Lega Nord), Politi, Materi, Marino e Piccioni (Forza Italia) hanno protocollato in Municipio una mozione-atto di indirizzo da portare in Consiglio con cui si chiede a sindaco e Giunta di
“- dare mandato alla I Commissione di avviare un ciclo di riunioni e audizioni nelle quali si audiscano tutti i soggetti potenzialmente interessati al riacquisto delle reti idriche o ulteriori accordi contrattuali di altro tipo che coinvolgano l’Amministrazione, oltre all’assessore Coppo, il dirigente al bilancio Ardizzone e il sindaco Maura Forte nonché i vertici di Atena, con particolare attenzione a
- effettiva aderenza e messa in pratica da parte di Atena/Iren ai patti parasociali sottoscritti, dei piani di investimenti prioritari descritti nelle linee guida;
- fattibilità sia economica che degli aspetti tecnici, societari e industriali del riacquisto della maggioranza o della totalità del Servizi Idrico comprensivo delle reti di distribuzione;
- ogni altro accordo o variazione contrattuale che sia in essere o possa sopraggiungere in futuro;
- che qualsiasi trattativa e riunione del sindaco, Giunta o dirigenti dell’Amministrazione con Atena/Iren o altre parti, inerenti la possibilità di riacquisto delle reti idriche o ulteriori accordi o rinnovi di convenzioni, rinnovi o accordi anche in altri settori, oltre ad eventuali patti parasociali, avvenga sempre alla presenza dei capigruppo e dei commissari della I commissione, oltre che trasmessa ai cittadini tramite lo strumento dello streaming video sulla piattaforma web del comune gia’ esistente – Ogni tipo di proposta, accordo, in essere o futuro tra Comune e Atena/Iren, dopo essere state spiegate e vagliate dai capigruppo assieme ai commissari della I Commissione consiliare in sedute pubbliche anche con lo strumento dello streaming online, debba passare successivamente al vaglio del Consiglio comunale”.
Stecco e Antonio Prencipe, coordinatore cittadino di Forza Italia, sostengono infatti che si stia verificando «una sorta di cortocircuito tra Comune (pubblico, di tutti noi) e Iren (socio privato, che come tale persegue i suoi interessi industriali) sempre meno gestibile dal punto di vista dell’interesse precipuo della collettività e potenzialmente foriero di derive pericolose»; ritengono quindi che «il Consiglio comunale debba indirizzare in modo preciso e vincolante la direzione che sindaco e Giunta possano prendere nei rapporti con Atena/Iren»: «appare fondamentale che il Consiglio comunale tenga la barra dritta e indirizzi la Giunta e il sindaco, non il contrario».
La proposta di delibera di Massa e altri cinque
A fine mese al protocollo del Comune è pervenuto un altro atto di indirizzo, stavolta sotto forma di proposta di delibera, presentata da sei consiglieri – Paolo Campominosi, Donatella Capra, Pier Giorgio Comella, Mariapia Massa, Manuela Naso e Giordano Tosi – per la “ripubblicizzazione del servizio idrico”. I sei propongono che
“- nel corso di questo mandato amministrativo e prima del semestre antecedente la scadenza della convenzione vigente siano realizzate tutte le azioni necessarie e propedeutiche alla riacquisizione delle reti e all’affidamento della gestione del servizio idrico a un soggetto giuridico di diritto pubblico, con le caratteristiche di azienda tenuta all’efficienza e all’equilibrio economico ma senza logiche di profitto, e improntata a criteri di trasparenza e partecipazione;
- siano avviati già nel corso del 2018 confronti con Atena per l’esame di una possibile e utile anticipazione rispetto alla data di scadenza della convenzione, fissata nel 2020;
- siano altresì presi contatti immediati e stipulate intese con le Amministrazioni comunali che fanno capo agli altri sei gestori dell’Ato2 per l’esame di percorsi convergenti al fine di addivenire, in tempi stretti, alla costituzione del Consorzio pubblico di gestione”.
Secondo i sei consiglieri «il diritto del Comune di riacquisire il ramo d’azienda relativo al servizio idrico integrato, che abbiamo voluto inserire nella delibera di trasformazione di Atena approvata dal Consiglio comunale il 17 dicembre 2015, impone la necessità di avviare fin da subito i contatti con Atena stessa per l’esercizio effettivo del diritto di opzione e il riacquisto della rete idrica comunale».
Catricalà (M5S): modifichiamo lo Statuto
Michelangelo Catricalà, consigliere del Movimento 5 Stelle, è «stupito» di leggere «articoli di giornale che riportano le esternazioni di diversi soggetti che sembrano volersi fare portabandiera su questo tema» quando, nel settembre 2015, «si misero di traverso alla mia proposta di inserire nello Statuto comunale articoli e commi che in modo dettagliato avrebbero sancito inequivocabilmente la linea di condotta del Comune».
L’esponente pentastellato nei giorni scorsi ha quindi ripresentato la mozione intitolata “Modifica dello Statuto comunale per l’acqua bene comune”, redatta sulla base delle richieste da sempre portate avanti dai comitati per l’acqua pubblica, e vuole andare a vedere come si comporteranno in aula gli altri sedicenti paladini della ripubblicizzazione del servizio idrico: «se effettivamente questo tema è così sentito e non è solo mera propaganda politica, vedremo in quale modo verrà recepita, quantomeno a riprova dell’effettiva volontà delle diverse parti politiche di voler fare proprie le indicazioni date dai comitati per l’acqua pubblica».
Sindaco e Giunta: adelante, con juicio
Il sindaco Maura Forte e l’assessore Andrea Coppo hanno allora convocato una conferenza stampa per parlare di acqua ma non delle delibere o delle mozioni («non è argomento», «non le ho lette», ha detto – sollecitata sul punto – il primo cittadino, che detesta dover ammettere che l’agenda del Comune la fanno consiglieri e gruppi politici ma non lei). Forte e Coppo hanno confermato che l’Amministrazione intende ripubblicizzare il servizio idrico facendo valere la clausola inserita nei patti parasociali di Atena, ma «nei tempi previsti, e senza procedere a livello ideologico: è un percorso lungo che va preparato con cura, valutando costi di acquisizione e di gestione, analizzando a fondo il sistema idrico, dialogando con gli altri interpreti interessati, stilando un meticoloso business plan». Altro che la «possibile e utile anticipazione rispetto alla data di scadenza della convenzione, fissata nel 2020» richiesta da Massa, Tosi e compagnia.
Si sta quindi formando in Consiglio comunale un ampio schieramento trasversale (i sei consiglieri del gruppo Massa-Tosi, i cinque di Lega e Forza Italia, Catricalà del M5S) che chiede al sindaco di avviare la due diligence e la trattativa per il riacquisto del servizio idrico. Se anche l’ex M5S Adriano Brusco (da sempre sostenitore dell’acqua pubblica), i tre di Vercelli Amica (Demaria, Randazzo e Pasquino) e il gruppo SiAmo Vercelli nel prossimo Consiglio appoggeranno questa linea, il sindaco Forte e l’assessore Coppo volenti o no dovranno cominciare ad occuparsene – e riferire puntualmente all’assemblea, in corso d’opera – già dalle prossime settimane, con largo anticipo rispetto alle tempistiche a suo tempo previste dall’asse Iren-Pd e, soprattutto, rispetto alle elezioni amministrative.
I tempi della discussione in prima Commissione e in Consiglio saranno decisi nei prossimi giorni dalla conferenza dei capigruppo.
Umberto Lorini
direttore@lagazzetta.info
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