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La querelle sulle convocazioni del Consiglio comunale, spiegata

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La querelle sulle convocazioni del Consiglio comunale, spiegata
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La mozione sul piano di riqualificazione delle piscine avrebbe dovuto essere discussa il 13 marzo, poi il 16, poi il 20. Ma c’è sempre qualcuno che non entra in aula o che ne esce, facendo così mancare il numero legale

VERCELLI (u.l.) – Il 22 febbraio scorso i 16 consiglieri di minoranza (quindi: tutti) hanno presentato una mozione per la “revoca in autotutela del percorso amministrativo di rifunzionalizzazione delle vasche esterne del Centro Nuoto”; il testo è qui.

Il presidente del Consiglio comunale, Michele Gaietta, il 6 marzo ha diramato una convocazione dell’assemblea cittadina “in seduta di prima convocazione straordinaria” per lunedì 13 marzo, “dalle ore 18.30 fino ad ultimazione lavori”.

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Il 13 marzo, verso le 19.30, Gaietta ha fatto fare l’appello dal segretario Fausto Pavia: in aula c’erano solo i consiglieri di maggioranza (nemmeno tutti: assente Caterina Unio). Mancava quindi il numero legale per iniziare la seduta, che è stata dichiarata deserta.
Sono allora entrati in aula i consiglieri di minoranza (13 su 16: assenti Barelli, Sirianni e Zanoni), e la riunione – ma non si era “in Consiglio” – è proseguita con un’audizione informale dell’architetto Paolo Pettene, progettista incaricato della rifunzionalizzazione delle vasche esterne del Centro Nuoto. Poi tutti a casa.

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Si arriva allora alla seduta del 16 marzo, in prima convocazione: la seconda è prevista per lunedì 20. All’ordine del giorno ci sono 16 punti, ma ne viene aggiunto un 17°, “in seconda convocazione già per il giorno 16 marzo”: la mozione sulle piscine.
La mattina di giovedì 16 si ritrovano in aula 14 consiglieri di minoranza (due assenti, quindi) e il presidente Gaietta: quindi 15. Numero non sufficiente per la prima convocazione, ma per la seconda sì. E siccome la mozione piscine è già in seconda convocazione, i presenti chiedono di discuterla. Ma Gaietta dichiara la mancanza del numero legale ed esce dall’aula, senza rispondere alle richieste di spiegazioni. Una delegazione della minoranza va a protestare dal Prefetto.

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Lunedì 20 all’appello rispondono quasi tutti: in maggioranza è assente la solita Unio (che arriverà nel pomeriggio) e in minoranza mancano due dei SiAmo Vercelli: Sirianni e Perfumo. Su sollecitazione del Prefetto si decide di anticipare la discussione della mozione piscine dal punto 17 al 14, per evitare un ulteriore rinvio.
All’ora di pranzo, durante la pausa, la consigliera Aissatou Badji (Cambia Vercelli) ha un malore: viene assistita su un divano della stanza attigua alla sala consiliare, e a metà pomeriggio rientra in aula. La maggioranza continua numericamente ad essere tale, anche se di poco. Vengono approvate, con emendamenti dell’ultim’ora, le delibere sulla Tari (ne parliamo qui).
Nel tardo pomeriggio si arriva al punto piscine. Prende la parola Maurizio Randazzo (Vercelli Amica) che, a nome di tutta la minoranza, dichiara che giovedì scorso «siamo stati lesi nel nostro diritto di consiglieri» e annuncia: abbandoniamo l’aula, portiamo un esposto al Prefetto e presenteremo una mozione di sfiducia nei confronti del presidente Gaietta.
Quest’ultimo, mentre i consiglieri di minoranza fanno fagotto ed escono, dichiara di «accettare con estrema serenità» le dichiarazioni di Randazzo e comunica di «aver già parlato con il Prefetto». Legge: «mai ho voluto intenzionalmente svilire il confronto tra maggioranza e opposizione, ho sempre operato in buona fede, nel rispetto dei ruoli; credo nella democrazia e nelle regole e quindi sono assolutamente sereno».
La maggioranza resta in aula. Diversi suoi esponenti (il sindaco Maura Forte, Giordano Tosi e Daniele Peila del Pd, Paolo Campominosi di Cambia Vercelli, Maria Pia Massa di Sinistra e Voce libera) esprimono solidarietà a Gaietta e gli rinnovano la fiducia.

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La lunga giornata in municipio si conclude con due conferenze stampa.
Prima la minoranza (il video è qui): Maurizio Randazzo afferma che «giovedì scorso Gaietta è scappato con il pallone perché stava perdendo»; Stefano Pasquino sottolinea la «mancanza di rispetto del presidente per i consiglieri presenti: io e Randazzo avevamo alzato la mano per chiedere chiarimenti ma lui ci ha ignorati e se n’è andato»; Caterina Politi si dice «offesa», Enrico Demaria dietro la decisione di Gaietta vede lo zampino di sindaco e maggioranza, Gianluca Zanoni chiosa esplicitamente: «il presidente del Consiglio fa il gioco di sindaco e Amministrazione».
Poco dopo sindaco e maggioranza, in sala Giunta, si presentano compatti per deplorare l’atteggiamento della minoranza e affermare che «questi giochetti non ci appartengono» (il video è qui, il comunicato con la dichiarazione completa è qui). Maura Forte per un momento fa la presidente del Consiglio anziché il sindaco e spiega che «giovedì non è stato possibile aprire la seduta perché c’erano solo 14 consiglieri, ce ne volevano 16»: argomento da conferenza dei capigruppo, più che da conferenza stampa. Carlo Nulli Rosso aggiunge che quelli della minoranza «non desiderano confrontarsi sul tema, ma dare lezioni di matematica: non è più democrazia, è un atto vile». Giordano Tosi attacca: «se ne fregano del dovere civico, del bene della città; continuano a rinviare la discussione della mozione perché vogliono a tutti i costi raggiungere un risultato politico»; Maria Pia Massa infine dichiara: «praticano la democrazia a targhe alterne, a seconda dei numeri».
A domanda, comunque, il sindaco risponde: «tutto ciò non comporterà ritardi nella realizzazione del progetto di ristrutturazione della piscina, che va avanti secondo quanto è stato deciso».

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La minoranza ha annunciato che ripresenterà la mozione sulle piscine: verrà probabilmente discussa – se ci sarà il numero legale – insieme a quella sul forno crematorio che ha come primo firmatario Michelangelo Catricalà (Movimento 5 Stelle).

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