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CRESCENTINO: Il Comune, il Governo e il partito

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CRESCENTINO: Il Comune, il Governo e il partito
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CRESCENTINO. Esponendo ai consiglieri (i pochi rimasti, essendo la minoranza quasi tutta latitante) e al pubblico l’assestamento di bilancio, l’altra sera in Consiglio comunale, il vicesindaco Franco Allegranza ha lamentato alcuni interventi del Governo che influenzano non poco le finanze municipali: la tardività delle decisioni su Tares/Tarsu e Imu, la richiesta (l’8 novembre!) di restituire oltre 600 mila euro, il patto di stabilità che impedisce al Comune di pagare le opere pur avendo i soldi in cassa.

Tutto vero: lo stillicidio di norme, decreti, circolari, decisioni e retromarce che proviene quotidianamente da Roma rende difficilissimo, in tutta Italia, il lavoro di assessori al bilancio e funzionari comunali: l’incertezza nei rapporti economici fra Comune e Stato è devastante, ogni volta bisogna reimpostare le tabelle e rifare i calcoli, e la coperta è sempre più corta. Ma chi c’è a Roma? Dunque: l’anno scorso c’era un Governo (Monti) sostenuto dal Partito Democratico; quest’anno c’è un Governo presieduto da un esponente del Partito Democratico (Letta).

Al Ministero dell’Economia e Finanze, insieme al “tecnico” Saccomanni imposto da un Presidente della Repubblica che viene dal Partito Democratico, ci sono un viceministro (Fassina) e un sottosegretario (Baretta, che è anche venuto a parlare a Crescentino non molto tempo fa) del Partito Democratico. Agli Affari regionali e autonomie, che è poi il dicastero che tratta con l’Anci (e quindi con i Comuni), c’è un ministro – già sindaco per dieci anni – del Partito Democratico: Delrio.

Tutti membri di un Governo il cui azionista di maggioranza – e ormai, da qualche settimana, pressoché unico azionista di riferimento – è il Partito Democratico, che in Parlamento non ha mai avuto tanto peso come oggi. Ora: un amministratore che deve gestire le finanze comunali fa bene a prendersela con Roma, con il Governo, con il Parlamento, perché davvero non si può andare avanti così. Però uno che fa l’amministratore comunale e che nel 2013 ha in tasca la tessera del Pd dovrebbe anche chiedere al proprio partito, al Governo e in Parlamento, un po’ più di serietà nella gestione del rapporto tra Stato centrale ed Enti locali.

(u.l.)

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