Guerre, fame e rivolte: il flebotomo Valle narra cosa accadeva a Villareggia nel ‘7-800Articolo precedente
La borragine: calma la tosse, abbassa la febbre ed è utile per curare le malattie della pelleArticolo successivo

versione on line de la Gazzetta, giornale di Vercelli e provincia

I Tribù Soca: in pieno vercellese musica caraibica e ritmi africani

Interlinea+- ADimensione del carattere+- Stampa questo articolo

SANTHIÀ. I Tribù Soca sono una nuova formazione, nata l’anno scorso, che ha debuttato a cavallo tra 2012 e 2013 partecipando al Carnevale di Santhià. Il gruppo ha improntato la propria esibizione a quelle delle band che accompagnano le parate dei Carnevali di Rio e caraibici, in cui ogni carro ha un suo gruppo live.

Tribù SocaIl mondo musicale legato ai grandi carnevali affascina i Tribù Soca, specializzati nella musica caraibica anglofona, i ritmi africani di lingua inglese importati dalla costa occidentale dell’Africa a Trinidad and Tobago e alle Antille. Spiega il cantante Ranieri Di Biagio: «Siamo stati invitati ad esibirci anche al Carnevale di Berlino, per il Carnevale delle culture, di cui era ospite Trinidad e Tobago, lo scorso maggio.

Su settanta carri, venti avevano scelto i ritmi soca. Il soca nasce dal calypso, il cui massimo esponente fu Harry Belafonte. Molti generi eterogenei ne sono stati infl uenzati: in primis la dance, lo ska, il kuduro. Alcuni esempi contemporanei di questo genere sono il Waka waka, portato al successo da Shakira ai Mondiali di calcio in Sudafrica, e qualche anno prima Who Let the Dogs Out? I maggiori artisti di oggi sono Delroy “Fireman” Hooper e i giamaicani Shaggy e Sean Paul».

Sette sono i componenti dei Tribù Soca: Ranieri Di Biagio, cantante roppolese di origine brianzola, vocalist e coriste la santhiatese Emanuela Gramaglia e Valentina Santini, Massimiliano Golisano ai suoni e alle tastiere, il bassista è Dario Bertoli di Trino, alla batteria il ciglianese Igor Dezzutto e Sergio Meola alle percussioni. «Va rilevato – prosegue il cantante – che i generi musicali afro-americani richiederebbero almeno cinque percussionisti, perché si caratterizzano proprio per l’importanza e la differenziazione tra varie percussioni.

Mentre la musica europea si basa su melodia e armonia, le sonorità africane sono di tipo percussivo. Per l’allenato orecchio africano e afroamericano – che assorbe e associa ritmo e movimento fi n dalla nascita – sono riconoscibilissimi determinati colpi di specifi ci strumenti in punti particolari della linea ritmica».

Claudia Carra

0 Commenti

Questo articolo non ha ancora nessun commento

Siamo spiacenti, nessuno ha ancora lasciato un commento !

Ma puoi essere il primo: lascia un commento !

Lascia un tuo commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi contrassegnati sono obbligatori *

Scegli l’argomento o la tua città

Nuova stagione teatrale al Civico di Vercelli
Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli

Consiglio Regionale Piemonte

Gli ultimi commenti

Francesco Borasio
September 16, 2017 Francesco Borasio

Impossibile non condividere il testo......oltre agli schiamazzi,una occhiata ai numerosi rifiuti gettati a terra è [...]

vedi articolo
Stefano Di Tano
September 11, 2017 Stefano Di Tano

Sono pienamente d'accordo con la disamina del direttore, e la ritengo fra le più chiare [...]

vedi articolo
gie-uaugizz
June 11, 2017 gie-uaugizz

Scusate, ho dimenticato di sottoscrivere. Fabio Pistan [...]

vedi articolo