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I morosi delle case popolari

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I morosi delle case popolari

Quanto versa annualmente il Comune di Crescentino all’Atc per pagare gli affitti di coloro che non riescono a farlo perché si trovano in situazione di indigenza

CRESCENTINO. I canoni di affitto delle case popolari sono, lo dice la parola stessa, popolari: cento euro al mese o poco più, sovente anche meno. Ma a Crescentino, dove di case popolari ce ne sono parecchie (al Villaggio Fiat, a San Genuario, alla Campagna), da anni c’è un sacco di gente che non paga. Qualcuno perché preferisce spendere i soldi in altro modo (sono sempre numerose le auto di grossa cilindrata parcheggiate sotto i palazzi), altri perché sono davvero indigenti. Comunque c’è chi non paga da anni, e ha accumulato migliaia di euro di debito.
A chi è “moroso colpevole” (cioè: ha il reddito sufficiente per pagare l’affitto, ma non lo paga) viene inviata una letterina: caro inquilino, o versi l’arretrato oppure devi lasciare l’alloggio. A quel punto qualcuno – temendo il peggio – paga, magari a rate. Per gli altri dovrebbe essere pronunciata la “decadenza” (a cui dovrebbe seguire lo sfratto), ma attualmente – a seguito dell’emanazione di un provvedimento della Regione del marzo scorso – è tutto sospeso, e quindi possono rimanere in casa. Chi pagherà, quando e quanto, è tutto da vedere.
Chi invece è “moroso incolpevole” – cioè non riesce a pagare l’affitto perché ha perso il lavoro, o è malato, o ha comunque un reddito inferiore alla prevista soglia Isee – può compilare una domanda e accedere a un Fondo sociale: così la Regione paga, al posto dell’inquilino, il 60% del canone. Il restante 40% lo mette il Comune.

La “botta” del 2013, e il riparto di Venegoni
Nell’aprile 2013 il direttore generale dell’Atc provinciale, Gualtiero Gamba, scrive all’allora sindaco di Crescentino, Marinella Venegoni: «abbiamo calcolato la quota di morosità incolpevole a carico del Comune, che ammonta a 76.556,50 euro; pagatecela entro luglio» [Venegoni sul suo blog scrive «un debito di circa 150 mila euro, se ricordo bene»: ricorda male, era la metà]. La somma era riferita alle annualità dal 2003 al 2011, quindi sia al periodo di Amministrazione Venegoni (dal 2009) che a quello della precedente Amministrazione Greppi (fino al 2008).
Venegoni chiede all’Atc di rateizzare il debito, e ai primi di luglio convoca un incontro nel suo ufficio. Al termine del quale propone il seguente riparto, in cinque anni:
2013:   euro 7.000,00
2014:   euro 7.000,00
2015:   euro 20.852,17
2016:   euro 20.852,17
2017:   euro 20.852,16
Risulta subito evidente che il pagamento di più dell’80% della somma dovuta viene procrastinato al 2015 e oltre, ben sapendo che nel 2014 si sarebbero svolte le elezioni comunali: che se la vedesse la prossima Amministrazione, insomma.
Comunque l’Atc accetta: piuttosto che niente, meglio cominciare ad incassarne pochi, e far firmare al Comune un impegno pluriennale.

La “dimenticanza” nel bilancio
Sulla base dell’accordo, gli uffici comunali provvedono quindi ad inserire i 7 mila euro nei bilanci 2013 e 2014: le due rate vengono regolarmente liquidate. Nel frattempo Venegoni – non ricandidatasi – va a casa, e in Municipio si insedia il nuovo sindaco Greppi.
Nel dicembre 2015, approssimandosi le feste natalizie, l’Atc telefona al Comune: «signori, ma i 20 mila euro e rotti che ci dovete quest’anno… quando li versate?». Greppi casca dal pero, convoca i funzionari e solo allora viene a conoscenza dell’accordo firmato due anni prima da Venegoni. Ma è tardi, perché il 2015 è ormai agli sgoccioli e quei 20 mila euro a bilancio nessuno li ha messi, e non si sa come reperirli. Intanto l’Atc provvede a far avere al Comune il conto della sua quota di morosità incolpevole per gli anni 2012 e 2013: rispettivamente altri 5.497,80 e 5.975,53. Che sommati ai 62.556,50 di arretrato portano il debito comunale a 74.029,83 euro.
Greppi allora, “considerate le diverse difficoltà del Comune di Crescentino a provvedere al rispetto del pagamento rateale a causa delle disponibilità finanziarie esigue in cui versano gli enti locali e al fine di predisporre un bilancio pluriennale il più coerente possibile alle esigenze in essere”, chiede all’Atc di “dilazionare il debito secondo il seguente nuovo piano di rientro”, in sette anni:
2016:   euro 10.000,00
2017:   euro 10.000,00
2018:   euro 10.000,00
2019:   euro 10.000,00
2020:   euro 10.000,00
2021:   euro 10.000,00
2022:   euro 14.029,83

Il debito improvvisamente crolla
L’Atc riceve la proposta e risponde a febbraio 2016, inviando una nuova tabella: dalla quale risulta che, per il periodo 2001-2013, “le quote che codesto Comune deve versare per gli assegnatari che hanno aderito al Fondo sociale” ammontano non a 74 mila euro, ma a molto meno: a 27.381,49. Si sono improvvisamente ridotte di due terzi.
In Comune – ovviamente – non stanno a fare questioni, colgono la palla al balzo e il 26 febbraio la Giunta propone un nuovo piano di rateizzazione, in soli tre anni:
2016:   euro 10.000,00
2017:   euro 10.000,00
2020:  euro 7.381,49
L’Atc risponde il 12 settembre: ok, accettiamo. Due giorni più tardi, il 14 settembre, in Comune è pronta la determina di impegno di spesa e liquidazione della prima rata, i 10 mila euro sul bilancio 2016.

Gli anni successivi
A fine 2016 Atc manda al Comune il conto per la quota di morosità incolpevoli degli anni 2014 e 2015: rispettivamente 3.258,20 e 906,55 euro. In Municipio decidono di pagare subito – imputandoli sul bilancio 2016 – quelli del 2015, e di spostare sul bilancio 2017 quelli del 2014.

Alla fine della fiera
Quanto sta pagando quindi, all’Atc, il Comune (e cioè l’intera cittadinanza di Crescentino) per ovviare al mancato pagamento degli affitti delle case popolari?
Nel 2013 ha pagato 7 mila euro. Lo stesso anche nel 2014.
Nel 2015 non ha pagato nulla.
Nel 2016 ha pagato 10.906,55 euro.
Nel 2017 ne sta pagando 13.258,20.
Nel 2018 ne pagherà 7381,49. Oltre alla quota relativa all’anno 2016, che sarà comunicata da Atc fra qualche settimana.

Umberto Lorini
direttore@lagazzetta.info

[nella foto: Ugo Tognazzi e Ornella Muti in una scena di Romanzo popolare, film di Mario Monicelli del 1974]

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